Ha ripetuto più di una volta che da questa società non comprerebbe nulla. Eppure, durante la sua ospitata nel salotto della trasmissione “Granatissimi” - andata in onda questa sera sul canale 696 Otto Channel - ha mostrato di essere ancora molto informato sulle vicende della Salernitana. Soprattutto quando un telespettatore ha sollecitato l’ex patron granata Aniello Aliberti su un suo possibile ritorno all’ombra dell’Arechi. "Avendo i mezzi disponibili sarei interessato con tutto il cuore, ma non li ho. Non sono interessato», ha affermato l’imprenditore di San Giuseppe Vesuviano entrando nel merito della questione. «So che ci sono richieste importantissime. Quale sarebbe per me una somma ragionevole? Una società che chiude un campionato di serie B in zona retrocessione e con un patrimonio molto prossimo allo zero, forse può valere 5-6 milioni di euro. Un valore legato esclusivamente al titolo della serie B perché non c’è nient’altro, non hai un patrimonio, non hai un settore giovanile. A questa cifra, poi, andrebbe affiancato un investimento notevole perché devi rifondare tutto da capo". Aliberti, che durante la sua esperienza a Salerno ha conosciuto anche l’amaro sapore della contestazione, ha espresso anche una valutazione sull’attuale proprietà guidata da Claudio Lotito e Marco Mezzaroma. "L’aspetto positivo - ha spiegato l'ex patron - è che la Salernitana ha una società solida, che rispetta le scadenze e i giocatori non hanno nulla di cui lamentarsi. Lotito ha sicuramente il merito di aver dato un assetto stabile alla società. Però c’è anche da dire che è un presidente interessato a un’altra squadra di Roma, quotata in borsa. E sicuramente non ha tanto tempo da dedicare alla Salernitana, non può stare sempre qui a interagire con le varie componenti che ruotano attorno a una squadra di calcio. Se si arriva ad avere 1800 presenze allo stadio vuol dire che qualche problema c’è. Ma siccome non lo ritengo uno sprovveduto penso che voglia rimediare. A Salerno ci sarebbe bisogno di un presidente vero. A questo punto perché non mette qualcuno che curi questa creatura in maniera continua? Salerno è abituata ai Peppino Soglia, gente che trovi per strada e con la quale ti fermi a parlare al bar. Penso che manchi questa figura all’attuale società. Per provare a ripartire deve mettere le persone al posto giusto, rinnovare, azzerare il governo di questa società. Cambiare tutto. Quando i risultati non arrivano il primo colpevole è il direttore sportivo. Bisogna proporre gente seria, creare una buona squadra. Non è detto che devi garantire per forza una vittoria, ma la competitività sì. C’è bisogno dell’anima in campo, una squadra che entusiasmi il pubblico". Qualità che sono mancate nel corso di questa stagione fallimentare. "Qualcosa si è rotto - l’analisi di Aliberti -. Probabilmente c’è stata una rottura tra i giocatori e con uno spogliatoio non unito perdi le partite. Sicuramente c’è stato uno scollamento, oltre all’assenza di un leader. Nella stagione ’96 avevamo uomini di spessore che avevano a cuore Salerno e la Salernitana. Questo fu fondamentale per centrare la salvezza".

Sezione: News / Data: Mer 15 maggio 2019 alle 10:15
Autore: Antonio Siniscalchi
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