Il calcio può essere crudele, ma quello che è successo stasera alla Munich Football Arena va oltre ogni previsione: il PSG ha travolto l'Inter per 5-0 nella finale di Champions League, regalando ai francesi il loro primo titolo europeo e sprofondando i nerazzurri nell'abisso della delusione più cocente.

Dal triplete possibile al "zero tituli": è questo il bilancio amaro di una stagione che sembrava scritta nel destino e che invece si è trasformata nel più grande fallimento della gestione Inzaghi. La squadra che aveva fatto sognare San Siro e l'Italia intera si è sciolta come neve al sole di Monaco, incapace di reggere il peso di una finale che aveva tutte le carte in regola per vincere.

Gli errori tattici di Inzaghi

Simone Inzaghi dovrà guardarsi allo specchio e fare i conti con scelte che oggi appaiono incomprensibili. Come si può spiegare che Davide Frattesi, centrocampista di qualità cristallina che farebbe il titolare in qualsiasi squadra al mondo, abbia guardato dalla panchina il naufragio dei suoi compagni? Il centrocampista romano, protagonista di prestazioni superlative in semifinale contro il Barcellona, è rimasto prigioniero di una logica conservatrice che ha penalizzato l'intera squadra.

L'età che pesa come un macigno: schierare una formazione con un'età media di 30 anni e 242 giorni contro un PSG ringiovanito di Luis Enrique (con 8 anni di differenza!) è stata una scelta suicida. Mentre Désiré Doué, a soli 19 anni e 362 giorni, segnava in finale, i veterani nerazzurri mostravano tutti i segni di un crollo psicofisico che ha raggiunto l'apice nel momento più importante.

La filosofia dei giovani contro l'ossessione per l'Esperienza

Luis Enrique ha dimostrato che nel calcio moderno serve coraggio: ha costruito un progetto sui giovani talenti, lasciando partire persino Mbappé pur di mantenere una linea precisa. Il tecnico spagnolo ha puntato sulla freschezza fisica e mentale, sulla fame di vittoria che solo i ragazzi possono avere.

Dall'altra parte, Inzaghi ha scelto la strada opposta: veterani come Barella, Çalhanoğlu e compagni sono arrivati al momento clou della stagione "con la lingua di fuori", incapaci di sostenere il ritmo forsennato di una finale europea. La differenza di intensità è stata lampante fin dai primi minuti, quando Hakimi ha sbloccato il risultato al 12°.

Un avvertimento per Spalletti

Anche Luciano Spalletti deve riflettere su quanto accaduto stasera. La Nazionale italiana non può permettersi di ripetere gli stessi errori: puntare esclusivamente sull'esperienza può rivelarsi un'arma a doppio taglio. I giovani talenti italiani meritano fiducia e spazio, prima che sia troppo tardi.

Il futuro traballante di Inzaghi

La panchina di Simone Inzaghi inizia a scricchiolare. Una stagione che doveva consacrarlo definitivamente si è trasformata nel suo più grande fallimento. Con un organico stellare a disposizione, aver chiuso la stagione senza titoli rappresenta un'occasione sprecata che difficilmente si ripresenterà.

Il problema è che sul mercato degli allenatori i nomi di spicco scarseggiano: Antonio Conte è rimasto a Napoli e i tecnici di livello internazionale non abbondano. Ma dopo un tracollo simile, la dirigenza nerazzurra dovrà necessariamente interrogarsi sul futuro.

Ricostruzione totale

La sconfitta dei nerazzurri è la peggiore nella storia delle finali di Champions, e questo la dice lunga sulla portata del disastro. L'Inter deve ripartire dalle fondamenta: rinnovare la rosa, abbassare l'età media, ritrovare quella fame che sembrava aver caratterizzato il percorso europeo.

I tifosi che hanno riempito San Siro per seguire la finale sul maxischermo meritavano ben altro spettacolo. Il sogno europeo si è trasformato in un incubo che rimarrà nella memoria di tutti: Hakimi al 12°, la doppietta di Doué al 20° e 63°, Kvaratskhelia al 73° e Mayulu all'86° hanno scritto una pagina nerissima della storia nerazzurra.

Ora non resta che leccarsi le ferite e ripartire, sperando che questa lezione serva per il futuro. Ma una cosa è certa: il calcio non perdona, e stasera l'Inter e Inzaghi ne hanno avuto la dimostrazione più amara.

Sezione: News / Data: Dom 01 giugno 2025 alle 00:31
Autore: Giovanni Santaniello
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