Il vento, si dice, cambia. E nel consiglio di amministrazione della Salernitana soffia un’aria nuova. Ma viene da chiedersi se non sia solo una corrente d’aria.  Gianni Petrucci saluta senza lasciare traccia: mai risolutivo, mai incisivo, solo qualche sporadica comparsata da vice presidente. Una comparsa, appunto, più che un dirigente. Esce di scena senza un colpo di tosse, senza aver mosso un dito – almeno in pubblico – per una società di cui avrebbe dovuto essere garante.  

E Roberto Busso? Un presidente a sua insaputa, per grazia ricevuta. Apporto pari a zero, poi l’evaporazione. Adesso tocca a Maurizio Milan, uomo che già popola decine di CdA sparsi per l’Italia e che nel frattempo spende le giornate in call e meeting vari. Troverà il tempo di fare il presidente vero, presente e puntuale, qui a Salerno? 

 In una città che ha smarrito il senso critico, dove si ha paura persino a esprimere un’opinione contraria, è lecito pretendere di più? O bisogna ringraziare e lodare chi ci ha portato in pochi anni dalla Serie A alla C, collezionando record negativi e toppando strategia dopo strategia?  Ai signori che invitano ad «andare a mare» chi osa muovere un appunto, e a quelli che applaudono i primi acquisti senza nemmeno vederli in campo, ricordiamo che chiedere rispetto per Salerno e la Salernitana non è un delitto.

È un dovere. Stimolare, pungolare, pretendere di più dopo questo disastro sportivo è l’unico modo per non essere complici. Perché la memoria corta è il vero pericolo, in un ambiente che sembra pronto ad accettare tutto supinamente. E a battere le mani, comunque vada.         

Sezione: News / Data: Mar 08 luglio 2025 alle 21:30 / Fonte: liratv
Autore: Gaetano Ferraiuolo
vedi letture
Print