L'acqua ferma il pallone, la devia, la rallenta, provoca nella mente dei calciatori un corto circuito tra ciò che dovrebbe essere e ciò che è, tra la regola e l'eccezione, non a caso Andrea Schiavone ha detto «verso la metà del primo tempo la palla si fermava spesso e abbiamo capito subito che dovevamo adattarci al terreno di gioco. Noi siamo pronti a giocare partite sporche come quella di oggi, la squadra voleva la vittoria a tutti i costi. Questo aspetto caratteriale dovremo portarlo, e averlo, per tutto il campionato».Nel fango, sotto un temporale cupo, astioso, Salernitana e Ascoli hanno corso, picchiato e anche giocato, più cadeva la pioggia maggiore era l'insistenza delle due squadre, quasi a voler sfidare la forza cinetica di un giorno scuro. Palo, traversa, splendide parate di Leali e una insistenza tenace per non voler cedere al destino che pareva volere partita da pareggio, poi il revenant Anderson, uscito dalla panchina come Lazzaro dalla morte, tira da fuori area con eleganza e segna, accipicchia, segna e pare che il temporale rallenti. In questa partita c'è la forza e c'è il torace di Ciccio da Trani, cioè Francesco Di Tacchio, spesso contestato per irruenza e disattenzione ma anche capace di gagliarda resistenza, dinamica opposizione e nel fango, quando il campo diventa pesante come una normale esistenza di fine mese, ci sono momenti in cui il terreno di gioco ricorda l'infanzia, le sue ombre, le sue luci, le sue penombre. Di Tacchio era ovunque, ha faticato e sfangato andando a prendere uomini e pallone ovunque fossero; è un calciatore fatto così, si strappa il cuore da petto ma non sempre sa poi come deve funzionare. Mentre scrivo ancora piove e il cielo non esiste più, è sparito tra il buio e le nuvole, dovrei commentare non tanto la vittoria ma il futuro prossimo della Salernitana che s'è accoccolata in alto, solo che mica me la sento, diciamo che per adesso pare che le cose stiano andando bene.

"Quando sono arrivato qui il mio primo pensiero è stato quello di riuscire a organizzare un'idea di gioco interessante. Non abbiamo un obiettivo fisso, tireremo le somme più in là", verbalizza il tecnico Castori che conosce il travaglio ultimo della Salernitana. Va detto che nessuno s'è risparmiato, ognuno ha corso, combattuto come se il temporale avesse titillato l'adrenalina dei calciatori. «È stata una partita difficile, giocata su un campo pesante. Abbiamo speso tanto dal punto di vista fisico, ma sono contento. La squadra sta facendo progressi: si è creato un gruppo vero, umile e che combatte sempre buttando il cuore oltre l'ostacolo. Ci accontentiamo di fare questo tipo di partite sofferte, basta che alla fine vinciamo». Castori l'ha messa non tanto sul piano tecnico ma fisico perché sa che in Serie B i muscoli e il sangue contano più dei piedi e delle finezze geometriche, aggiungerei purtroppo ma è così. Inutile, dunque, svolazzare tra sogni e calabroni, non mi fate scrivere, per favore, che la Salernitana va per la sua strada, che gioca la sua partita e che l'importante è lo spogliatoio sennò mi fermo, mettiamola così: la Salernitana ha 11 punti, mi limito al dato oggettivo che delle volte consola e delle volte affanna; poi ognuno di quel numeretto ne faccia quello che vuole, uno può fare della propria immaginazione quello che gli pare da usare però con cautela, leggere attentamente le avvertenze.

Sezione: News / Data: Dom 25 ottobre 2020 alle 22:30 / Fonte: il Mattino
Autore: TS Redazione
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