"Posto non venduto. Sigillo non emesso. Verifica dell’esistenza di motivi ostativi al rilascio dei titoli d’accesso. Contattare la Questura di competenza". Poche righe e un ragionevole dubbio: cosa sta succedendo? A parecchi tifosi della Salernitana, che negli ultimi giorni hanno sbattuto la testa contro questa domanda, nel mentre si vedevano respingere la propria richiesta d’abbonamento stagionale, ha provato a dare risposta proprio la società granata. "La Polizia di Stato ha provveduto ad adeguare il sistema di verifica dei requisiti ostativi alle norme dettate dal Decreto Sicurezza Bis recentemente approvato dal Parlamento - l’annuncio del club dell’ippocampo attraverso il sito di bandiera -. Vi è un’estensione dei requisiti ostativi. Anche gli abbonati che hanno concluso regolarmente l’acquisto e che ricadono nella fattispecie (ad esempio per Daspo ricevuti in passato, ndr) non potranno entrare allo stadio il giorno della partita". Tutto molto chiaro. L’approvazione del Decreto Sicurezza Bis, ultimo atto del Governo gialloverde targato Conte-Salvini-Di Maio prima della crisi aperta dal ministro dell’Interno leghista durante gli aperitivi in riva al mare, ha rimescolato tutto. E riaperto ferite che diversi tifosi, a Salerno come altrove, ritenevano rimarginate da tempo. Immemore, in alcuni casi. C’è chi il Daspo l’ha subito all’alba degli anni Duemila, chi un decennio fa, di sicuro tutti l’hanno ricevuto e pure scontato, salvo poi (ri)vederselo sbattere in faccia a distanza siderale perché quel provvedimento, di “Divieto d’accesso alle manifestazioni sportive”, oggi gli impedisce di sottoscrivere l’abbonamento, chissà se pure di continuare ad avere in corso di validità - per quanti l’hanno sottoscritta - la Tessera del Tifoso che dà diritto a tutte (o quasi) le trasferte della propria squadra del cuore.

Le novità introdotte sono tante e non possono esser sintetizzate con un generico “inasprimento delle pene per i violenti” (per i recidivi, “diffide” fino a 10 anni con obbligo di firma). La materia è complessa. Giuridicamente spinosa. "Un testo liberticida. Profili d’incostituzionalità, a legger bene il Decreto Sicurezza Bis, anche solo nella parte relativa agli stadi, se ne riscontrano diversi", parola dell’avvocato Ciro Romano, penalista che sull’argomento ha conoscenza ed esperienza come pochi altri. Legale di tantissimi tifosi, non soltanto granata ma in tutta Italia, fa la premessa di chi non cadrà nel vittimismo di tante class action: "Il mondo ultras è stato maltrattato dalle istituzioni, ritenuto un nemico da combattere ignorando altre e vere emergenze del Paese. Però a propria volta i supporters delle squadre di calcio d’errori ne hanno commessi tanti se si è arrivati al punto di oggi", racconta Romano. E argomenta: "Prendete l’introduzione della Tessera del Tifoso. È la stessa cosa del biglietto nominale, si diceva. Non era esattamente così. Era l’inserimento in un sistema, collegato a circuiti bancari, di schiavitù. Certo, capita già d’accettarlo in tanti altri ambiti della vita sociale, però è bello pensare agli stadi, alle Curve, come l’ultimo luogo di purezza, genuinità e libertà". Già, ma perché ha sbagliato l’universo ultras?  "Perché s’è diviso - continua il legale -. Chi s’è tesserato è stato definito negativamente da chi invece ha rinunciato alle trasferte, però i non fidelizzati, a propria volta, son stati accusati d’aver abbandonato la propria squadra del cuore. Una guerra senza vincitori, tutti vinti".

Anche quando, con la firma d’un protocollo d’intesa tra Coni e Governo (precedente), la famigerata Supporter Card ha cominciato il proprio percorso d’estinzione. O almeno così si diceva. "La storia recente del calcio ha insegnato tanto: dai tifosi della Nocerina impossibilitati a seguire il derby di Salerno, nel 2013, seppur tesserati, ai Daspo di gruppo. C’è chi è stato diffidato anni fa per aver acceso un fumogeno e ora si riscopre “sporco”. Per ripulirsi dovrebbe collaborare con le autorità. Indicando altri tifosi responsabili di qualcosa. La strada indicata per riabilitarsi", ancora l’avvocato Romano. Ed è così che la chiosa del penalista salernitano diventa un’amarissima ammissione di sconfitta, per il mondo del tifo, contro il tanto chiacchierato calcio moderno: "A Salerno come in tante città d’Italia gli ultras, a lungo, hanno combattuto la Tessera, in particolare gli articoli 8 e 9 che introducevano la black list per gli acquisti di biglietti e abbonamenti. Alcuni lo fanno ancora. Altri si sono accorti solo adesso delle criticità che esistevano da un bel po’. Però il problema, con tutto il rispetto, è più grande. I primi a piegarsi furono i supporters di Juventus, Inter e Milan. Gli squadroni d’Italia, i club con il maggior numero di tifosi sparsi per il mondo. Avessero lasciato deserto San Siro alla prima occasione buona, in un posticipo con diretta Sky, forse qualcuno si sarebbe accorto della loro protesta. Adesso è troppo tardi".

Sezione: News / Data: Mer 28 agosto 2019 alle 22:30 / Fonte: La Città
Autore: TS Redazione
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