Il Torino sbancando l'Arechi meritatamente ha messo a nudo le fragilità attuali di una Salernitana che ha perso, oltre che uomini cardine, sicurezza e certezze di gioco rispetto al garibaldino girone di ritorno dello scorso anno. La squadra granata evidenzierebbe un cattivo amalgama tra vecchi e nuovi giocatori, con i veterani apparsi smarriti e insicuri e i nuovi, Cabral a parte, lontani da un inserimento ed un rendimento accettabile. Le carenze più evidenti dell'organico campano albergherebbero nei centrali di centrocampo e nel ruolo di centravanti, ma non sarebbe esente da pecche una linea difensiva che anche quest'anno sembrerebbe tutt'altro che imperforabile. Allorquando i meccanismi di squadra nel suo complesso non funzionano perché scarsamente rodati è inevitabile vengano fuori le lacune individuali e ciascun reparto risente del mancato lavoro degli altri. La coppia centrale mediana, orfana del centrocampista più forte e completo Lassana Coulibaly, peccherebbe quando c'è da dare intensità e geometria, non riuscendo a fare un adeguato filtro né a supportare gli uomini offensivi. Botheim avrebbe subito l'ennesima bocciatura unanime e non conferirebbe né profondità né appoggi né pericolosità alla manovra del cavalluccio marino. Le note più positive sarebbero giunte da Jovane Cabral, riuscito a guadagnarsi la sufficienza grazie ad una prova generosa, condita da ripiegamenti frequenti ed incursioni offensive sfortunate quanto efficaci. La difesa confermerebbe la necessità di almeno un rinforzo di esperienza che, però, con ogni probabilità non arriverà dal mercato degli svincolati stante il parere contrario del ds De Sanctis. Al netto di una notevole sfortuna e di un approccio volitivo , almeno fino al raddoppio torinista, la Salernitana attuale preoccupa e non sentire campanelli di allarme alla vigilia di scontri diretti già importantissimi equivarrebbe a voler mettere la testa sotto la sabbia come uno struzzo. Il ritmo incalzante del calendario di serie A non concederebbe né tempo né ristoro alla Sousa band ed all'orizzonte, tra soli tre giorni, si staglia già la sagoma inaspettatamente inquietante di un Frosinone protagonista di un ottimo avvio di stagione. I gialloblù ciociari di Di Francesco arriveranno all'Arechi forti di sette punti in cascina e con un grande carico di entusiasmo e fiducia, derivante soprattutto dall'ultima grande rimonta casalinga contro il Sassuolo, ribaltato partendo da un doppio svantaggio. A costituire un rischio nell'affrontare ora il Frosinone sarebbe proprio il gap di convinzione ed entusiasmo a favore dei laziali, che vanteranno le certezze di un gioco spumeggiante, propositivo ed efficace in chiave offensiva al cospetto di una Bersagliera ancora intenta a leccarsi le ferite infertele dal Toro. I frusinati che, tra l'altro, trovano facilmente la via della rete, sono sostenuti da una condizione atletica invidiabile, che consentirebbe loro di portare molti uomini ad offendere per poi rientrare con parecchi effettivi a difendere in caso di transizioni negative. Non sarebbero, però, tutte rose per il club di Stirpe che, innanzitutto, riesce ad esprimersi molto meglio in casa rispetto che in trasferta, grazie ad un Matusa fortino quasi inespugnabile. La neopromossa si presenterà, inoltre, a Salerno con due assenze pesantissime rappresentate da Harroui e Gelli, in pratica due terzi della pericolosissima batteria di trequartisti ciociari ed il suo calcio non speculativo potrà concedere spazi ai granata, aggredibili da calciatori esperti quali Candreva e veloci quali Cabral, sperando recuperi dalla botta alla caviglia. Di Francesco penserebbe di sostituire Gelli con Brescianini e Harroui, uno dei crack di questo avvio stagionale, con il verdeoro Reinier. Entrambi sono calciatori da scoprire ma è verosimile sperare in qualche inceppo di troppo nei meccanismi del Frosinone, che potrebbe risentirne a livello di gioco espresso. Il match di venerdì sera rivestirebbe già una importanza elevata, a dispetto della quinta giornata in cui viene a cadere, e la Bersagliera non può fallire l'appuntamento con i tre punti, sopperendo con esperienza e cattiveria agonistica alla verve del Frosinone, in una gara dove più che mai conterà vincere piuttosto che ben giocare. Ci sarà tempo per crescere ma venerdì o si vince o si vince e per questo in campo Sousa dovrà mandare i giocatori più pronti ed affidabili, magari iniziando da un Kastanos che non parrebbe poter stare fuori dall'undici titolare di questa attuale Salernitana.
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