I genitori insegnano ai figli che nella vita che vivranno ci saranno delle regole da rispettare, a scuola gli insegnanti lo ribadiscono, la legge con le sue norme e l'etica con i suoi precetti chiedono e si attendono rispetto. Tutto bello e giusto, in un mondo perfetto. Arriva poi la F.I.G.C. del presidente Gravina e la Lega di serie B del presidente Bedin a dare a tutti un messaggio di segno opposto: non esistono né norme, né regole, né precetti nel mondo del calcio (e per estensione analogica pure nella vita), in barba a tutto questo deve prevalere la ragion di stato, la propria poltrona e gli interessi economici e di potere che soggiacciono dietro determinate istituzioni e cariche rappresentative. Nel caos della serie B italiana la ragion di stato coincide con la necessità di salvare la Sampdoria da una retrocessione maturata sul campo perché ciò significa evitare la cancellazione del club dal calcio professionistico nazionale.

La vicenda è nota e porta alle garanzie istituzionali, e indirettamente personali, che i vertici federali e della Lega hanno rilasciato a favore dei blucerchiati esprimendo parere favorevole al piano di ristrutturazione dell'ingente debito del sodalizio doriano e, così, iscrivendo al campionato cadetto una società che non avrebbe potuto farlo norme alla mano. Forzatura pesante allora e forzatura ancora più pesante adesso, con la toppa che è peggiore del buco che va a tamponare. Alla premiata ditta sembrava essersi inopinatamente aggiunto il ministro dello sport Abodi, ma forse (e ripetiamo forse) si dissocia scendendo dal carro in corsa, in tempo per evitare una brutta figura epocale. E la Sampdoria e i suoi tifosi cosa fanno? Chiedono rispetto e minacciano iniziative legali e azioni a tutela dell'onorabilità del club. Da Genova rivendicano rispetto per una storia gloriosa e di alto profilo che innegabilmente il club doriano possiede, visti e considerati tanti anni di massima serie ad alti livelli, campioni annoverati nelle proprie fila come Francis, Souness, Mancini e l'indimenticato Gianluca Vialli su tutti, nonché per i successi italiani con lo scudetto del 1990/91 ed europei con la Coppa delle Coppe alzata al cielo di Goteborg nel 1990 e la Coppa dei Campioni sfiorata nel 1992  a Wembley con il Barcellona di Cruijff e Koeman.

Ebbene ci sentiamo di dire alla tifoseria blucerchiata e al club ligure che, proprio per onorare tanto illustre e meritevole passato e il nome di una società prestigiosa, sarebbe migliore figura rifiutare cordialmente di disputare i play-out truffa e accettare una retrocessione in serie C che è arrivata sul campo di calcio in esito ad una stagione disastrosa per stessa giusta ammissione di chi né e stato protagonista o inerme e ferito spettatore. Nel calcio può succedere, e non è certo vergogna, di retrocedere in terza serie, perché come si possono vincere trofei cosi si può vivere un periodo economicamente difficile ed un annus horribilis sportivamente parlando. Ci sarebbe da arrossire, invece, a nostro modesto avviso, se la salvezza arrivasse tramite un play-out ottenuto per chiaro favoritismo e in esito ad una procedura che viola palesemente regole basilari dello sport e del vivere in una società civile. Difficile, se non impossibile, aspettarsi cotanto nobile gesto in un mondo calcistico dominato da interessi economici di rilevanza massiva, dalla Sampdoria e dal Frosinone, che non va escluso dal discorso.

Questi due club, passando sopra a tutto, si prenderanno, se così sarà infine deciso, rispettivamente la chance salvezza al play-out truffa e la permanenza in cadetteria senza scendere in campo, con buona pace di una retrocessione maturata per la Samp e di un play-out conquistato con un rigore generosissimo e un Sassuolo versione tappeto rosso affrontato all'ultima decisiva giornata di regular season. Cosa farà invece la Salernitana e la curva Sud Siberiano come si regolerà? La linea del club caro al patron Iervolino e dei legali di sua fiducia sembrerebbe sempre più a grandi passi orientata verso la disputa del play-out truffa e il tentativo di salvarsi sul campo e tecnicamente, magari sfruttando la carica e la rabbia derivanti dalla forte percezione del torto subito. La curva Sud Siberiano e tanti normali tifosi sarebbero  al momento orientati verso la diserzione e verso lo snobbare un play-out che sa di truffa e presa per i fondelli, di una città e comunità intera prima ancora che del club granata, vittima diretta di un abominevole e vomitevole disegno a tavolino delle alte sfere pallonare. Da un lato scelte e valutazioni strategiche della Salernitana e del pool legale dall'altro l'orgoglio, la dignità e il moto spontaneo di ribellione all'ingiustizia. Il club di via Allende sta abbassando i toni, Marino sta lavorando per giocare ma tutto ciò non significa genuflessione al potere, né tantomeno resa.

Giocare e poi ricorrere in tutte le sedi giudiziarie ordinarie per essere risarciti del torto subito, ci starebbe anche, ma, a nostro modesto avviso, la situazione richiederebbe altro, ovvero che questo play-out truffa non vada proprio in scena, così impedendo il raggiungimento dell'acme della vergogna ed evitando inopportuni problemi di ordine pubblico, A Genova e soprattutto a Salerno.Il Brescia e la Salernitana dovrebbero fare fronte comune per chiedere il blocco del play-out truffa e chiedere al TAR di sospendere di urgenza la eventuale probabile fissazione della date dei due match farsa, indegni di essere disputati. Fare passare per un vantaggio sportivo l'avere contro la Sampdoria il migliore piazzamento nella regular season significa prendere l'osso in bocca e passare sopra un'ingiustizia palese e clamorosa. Altro che vantaggio, se il Brescia fosse confermato colpevole alla Salernitana spetterebbe la salvezza diretta e se così non fosse allora si dovrebbe giocare con il Frosinone, mai con una squadra retrocessa. Punto e basta, le regole parlano chiaro, ma nel deserto purtroppo fino ad ora. Il play-out truffa è ingiocabile per motivi di tempo che non c' è per organizzarlo, di norme violate e calpestate, di rischi per l' ordine pubblico, perché cosa mai potrebbe succedere di fronte ad un normale errore arbitrale pro Sampdoria? Con quale serenità gli arbitri dei due match potrebbero dirigerli?

Non si scherzi con il fuoco ordunque e da questo indegno guazzabuglio si esca con l' unica soluzione plausibile, giudiziaria e politica insieme: allargare il format della prossima serie B a 22 squadre, recuperando Frosinone, Salernitana e Brescia, quest'ultima penalizzata obiettivamente da modalità di accertamento tardive e poco lineari. Se il Brescia è alla fine colpevole di illecito amministrativo potrebbe benissimo restare in B e scontare una pesante penalizzazione nella prossima stagione sportiva, magari anche otto punti. Ah dimenticavamo: questa ultima soluzione ripescherebbe e salverebbe anche la retrocessa Sampdoria con buona soddisfazione di FIGC e Lega di B e con, probabilmente, il salvataggio di qualche importante poltrona (perché il play-out truffa la Sampdoria potrebbe anche perderlo o Gravina & partners hanno trovato un metodo scientifico e matematico per impedire anche questo?).

Se la F.I.G.C. e la Lega B, se Gravina e Bedin non concordano su quanto qui espresso dicano (a Salerno e alla Salernitana non a noi) su quale norma e/o presupposto di diritto si poteva rinviare a 24 h dalla sua disputa, un play-out legittimo e deciso dal campo , senza una sentenza di condanna del Brescia, senza interpellare il Consiglio di Lega B e senza individuare una nuova data dei play-out (il rinvio sine die è giuridicamente inesistente e non adottabile se non abusando del proprio potere). Siamo in democrazia e attendiamo risposte, basate, però, su precisi e positivi principi di diritto e non su vuote e generaliste enunciazioni di principi astratti quali la regolarità del campionato cadetto! Ah, a proposito, quella stessa pieghevole regolarità invocata da Abodi in senso opposto quando chiede tempi celeri e certi di risoluzione di una vicenda farsesca! Povera Italia!

Sezione: Editoriale / Data: Mer 04 giugno 2025 alle 00:00
Autore: Raffaella Sergio
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