Tu chiamale, se vuoi, suggestioni. Perché la classifica è scolpita nella pietra e quei tre punti che non piacciono a nessuno, visto che la Salernitana per prima avrebbe preferito conquistarseli sul campo contro la Reggiana e non per verdetto a tavolino d’una partita fantasma, proiettano i granata lassù, dove si respira aria buona. Persino inebriante. È un sabato da spettatrice, per la squadra di Fabrizio Castori, osservando le altre giocare e guardandosi dentro. Per provare a capirsi e chiarirsi sino in fondo: quanto ne ha, il cavalluccio marino, per volare davvero ad alta quota? L’interrogativo pare vuoto oppure banale, e invece racchiude l’essenza d’una aspettativa meno entusiasmante del solito in tempi di pandemia, di stadi a porte chiuse e però pure d’esempi del recente passato che ritornano inquietanti a ricordarti il pericolo d’un film già visto. Sì, nessuno s’offenda. La grande sfida dell’ippocampo, che lunedì sera nel deserto dell’Arechi darà l’assalto alla Cremonese, è proprio dimostrare che questa è un’altra storia. Diversa dalla scalata abbozzata tre anni fa da Alberto Bollini, dall’affacciata al terzo posto fatta dodici mesi dopo con Stefano Colantuono e dall’illusione coltivata fino in autunno nel campionato scorso sotto la guida di Gian Piero Ventura. E se non è copia-incolla poco ci manca.

Sezione: News / Data: Sab 21 novembre 2020 alle 10:00 / Fonte: La Città
Autore: TS Redazione
vedi letture
Print