È stato il nome “esposto al vento” per tenere al coperto Gian Piero Ventura. L’ipotesi quotata per preparare l’arrivo di un tecnico ancor più blasonato. Marco Baroni è stato per qualche giorno, la scorsa estate, il grande favorito per la panchina della Salernitana, quando la sfiducia a Leonardo Menichini era ormai diventata una certezza. In realtà il club granata aveva già deciso: sarebbe ripartito dall’ex ct della Nazionale. E domenica, allo Zini di Cremona, si ritroveranno l’unico contro l’altro. Baroni contro Ventura. Va da sé che il primo sogni uno sgambetto all’allenatore che l’ha spuntata alla fine per la panchina granata, e non solamente per motivi legati al passato (pare tra l’ex Benevento e l’ippocampo ci sia stato appena un approccio), piuttosto per blindare presente e l’immediato futuro da trainer di una Cremonese che, nonostante il suo ingaggio, non è riuscita a cambiar marcia in classifica. Baroni, infatti, è subentrato da un mese esatto alla guida dei grigiorossi al posto dello scafatese Massimo Rastelli, protagonista di un avvio di stagione al di sotto delle legittime aspettative della società ma soprattutto dei tifosi lombardi, che per domenica pomeriggio hanno annunciato una pesante contestazione.

I supporters della Salernitana, invece, proprio la scorsa estate, a quasi 800 chilometri di distanza, ammiravano non senza un pizzico di sana invidia i tanti colpi estivi messi a segno dalla dirigenza guidata da Paolo Rossi (solo omonimo del Pablito Mundial capace di portare gli azzurri sul tetto del mondo nel 1982), su tutti Fabio Ceravolo. La “belva”, oggetto del desiderio nello scorso mercato di riparazione (il gran rifiuto dell’attaccante allora al Parma fece il paio con quello del suo compagno di squadra Jacopo Dezi), ha rappresentato la ciliegina sulla torta di una campagna acquisti faraonica e che all’ombra dell’Arechi è stata etichettata come il chiaro segnale da parte della società di voler ambire per il vertice, a dispetto di quanto accadeva per la squadra di Ventura durante il ritiro di San Gregorio Magno. Eppure l’attaccante ex Benevento ha segnato finora un solo gol in campionato, e a Baroni non resta che sperare in un’inversione di tendenza specie per quanto riguarda il reparto offensivo che, a dispetto dei nomi altisonanti (oltre a Ceravolo, l’altro big è Daniel Ciofani), vede nelle “meteora” della Salernitana di due anni fa, Simone Palombi, passato per l’Arechi senza lasciar gran traccia, il miglior marcatore dei grigiorossi con due centri in campionato. Dopo aver cullato per qualche giorno (e forse nemmeno per la prima volta) l’idea di guidare la Salernitana, il trainer fiorentino, che sognava magari di poter ripetere quanto di storico realizzato a circa 70 chilometri di distanza, conducendo il Benevento per la prima volta in serie A, si ritrova ora a giocare proprio contro quello che poteva essere il suo destino e che, in perfetto stile Sliding Doors, potrebbe decidere il futuro prossimo. Il cambio di passo auspicato dalla società non è ancora arrivato, così come la prima vittoria della nuova gestione tecnica targata Baroni. Con soli 2 punti in 4 partite il successore di Rastelli si ritrova già con le spalle al muro, costretto a non fallire.

Sezione: News / Data: Sab 09 novembre 2019 alle 17:00 / Fonte: La Città
Autore: TS Redazione
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