7 agosto 2016, Benevento-Salernitana. Coppa Italia, stadio Vigorito. Al 30' del secondo tempo Alessandro Tuia chiede il cambio per infortunio, il difensore d'esperienza non è ancora arrivato ma Sannino non esita un secondo e chiama in causa Valerio Mantovani. Calciatore preso a parametro zero dopo la sorprendente separazione dal Torino e blindato con un contratto di 4 anni. I tanti tifosi granata presenti nel settore ospiti ci misero un paio di minuti per capire si trattasse di un potenziale predestinato, tempo di ammirare un anticipo in bello stile su Puscas e una chiusura su Ceravolo mix tra cattiveria agonistica, coraggio e scelta di tempo. "E' un giovane vecchio, farà strada e giocherà tante partite" disse il mister in sala stampa elogiando un ragazzo che, da quel momento in poi, divenne titolare quasi inamovibile di quella Salernitana pur con tanta concorrenza nel reparto. L'esordio in campionato con lo Spezia fu da 7 in pagella, settimana dopo settimana il centrale romano conquistò la fiducia dei compagni e l'affetto dei tifosi. Nel tempo è stato uno dei punti di riferimento della retroguardia, tra i pochi a salvarsi anche quando le cose non andavano bene. Lo ricordiamo, ad esempio, in un Salernitana-Empoli del 2017: difesa falcidiata dagli infortuni, Bollini costretto ad impiegare Vitale e Pucino come centrali e Mantovani che guidava la squadra con l'autorevolezza e la personalità del veterano, giganteggiando a cospetto di un cliente scomodo come Caputo. E come dimenticare la finale playout di ritorno a Venezia, quando alzò un autentico muro contribuendo in modo fondamentale alla salvezza della Salernitana. La scelta di scendere in campo pur con tanti problemi fisici lo condizionò nell'annata successiva, quando Ventura non lo ha praticamente mai avuto a disposizione e fu costretto ad operarsi. Per il tipo di gioco di Castori, invece, fu leggermente sacrificato ma, a lungo andare, anche il trainer marchigiano si avvalse delle sue prestazioni e fu uno dei protagonisti del ritorno in A. 

Prima della partenza per il ritiro fu lui, assieme a Di Tacchio, a parlare ai tifosi durante una manifestazione culturale, peccato però che la sera stessa gli fu comunicato che non rientrava nei piani tecnici. Eppure, in quella Salernitana che poteva spendere poco e che strapagò Gagliolo, avrebbe potuto fare la sua figura. Andò ad Alessandria, laddove ritrovò il suo mentore Longo e fu tra i pochi a salvarsi nonostante la retrocessione. Con tanto di primo gol tra i professionisti. Poi un altro prestito, alla Ternana, anche in questo caso con la stima totale dello staff tecnico. Al punto che Lucarelli lo ha proposto, con buoni risultati, anche in veste di esterno basso di destra. Oggi Mantovani saluta definitivamente Salerno, ironia della sorte 7 anni dopo l'esordio e con la prima di quest'anno proprio all'Arechi contro la Salernitana. Facile prevedere un'accoglienza positiva per quel giovane-vecchio che, comunque, qui ha lasciato il segno. E anche una parte di cuore. In bocca al lupo, Valerio.

Sezione: Primo Piano / Data: Mar 08 agosto 2023 alle 14:00
Autore: Gaetano Ferraiuolo
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