La sua è una di quelle storie a lieto fine che merita di essere raccontata. Perchè Yayah Kallon è uno dei tanti giovanissimi che, per combattere la miseria e la precarietà della vita, ad appena 14 anni è salito su un barcone a caccia di fortuna arrivando in Italia dopo aver superato una serie di peripezie che gli hanno permesso di maturare prima del tempo e diventare quello che, in gergo, si definisce prima un grande uomo e poi un professionista molto serio.

"In fuga dalla Sierra Leone, attraversa l'Africa a 14 anni col sogno di diventare calciatore, aiutare la famiglia e arrivare in Italia" si leggeva sulle cronache dell'epoca, quando firmò per il Savona per poi approdare alla Primavera del Genoa meritando l'esordio in prima squadra e in A al termine di un percorso ritenuto brillante culminato con la convocazione per un paio di stage con la sua Nazionale.

La stagione successiva scese in campo 15 volte, i tifosi granata  lo ricordano per un primo tempo molto positivo all'Arechi pur "rovinato" da alcuni errori sotto porta che graziarono la retroguardia di Castori.

Un anno dopo fu prelevato dal Verona e l'esordio fu particolarmente incoraggiante: gol ad Empoli e primo punto in classifica per gli scaligeri, un impatto devastante con la nuova realtà al netto di un sistema di gioco che non esaltava le sue caratteristiche.

Settimana dopo settimana, però, Kallon perse posizioni nelle gerarchie e finì del dimenticatoio, al punto da essere girato in prestito al Bari in serie B nello scorso mese di gennaio. In Puglia le ultime apparizioni furono accompagnate dai fischi del pubblico, deluso dal rendimento di un calciatore potenzialmente interessante, ma che pecca in continuità.

Ora la chance di Salerno, in quel 4-2-3-1 che sembra più consono ad un attaccante che non vede moltissimo la porta (1 gol in 71 presenze ufficiali in Italia tra A e B, 3 contando la coppa Italia), ma che fa della rapidità nell'uno contro uno la sua arma migliore. Tecnicamente è un elemento valido, talvolta però troppo innamorato del pallone e poco propenso al gioco di squadra. C'è chi, per rendere l'idea, lo paragona a Jallow.

Con la Salernitana l'occasione, forse l'ultima, per far capire di che pasta sia fatto: c'è qualcosa di interessante su cui lavorare, c'è tanto altro che richiederà il sapiente lavoro di Martusciello per consentire a tutti se siamo a cospetto di un giovane forte in procinto di esplodere o di una delle tante promesse destinata a restare tale.

Sezione: Primo Piano / Data: Mar 30 luglio 2024 alle 20:00
Autore: Gaetano Ferraiuolo
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