A me non piace fare il cosiddetto 'Bastian contrario', anzi, tendenzialmente reputo chi lo è un rompipalle, mi si passi il termine. Ma ieri, con il chiudersi della regular season del campionato di Serie B... beh, son divenuta un po' - probabilmente - una voce fuori dal coro, perché non ho visto niente di positivo nella vittoria al Cittadella. E non mi date della pazza o della disfattista, ma ho trovato davvero too much la gioia finale espressa in campo quando è arrivato il risultato della Samp. Per cosa poi, per un playout raggiunto? 

Credo la Salernitana dovesse ambire a ben altro. E soprattutto, il playout c'è da vincerlo. Certo, poteva esserci subito la disfatta, la retrocessione in Serie C, che si è per adesso evitata, ma non c'è stata la salvezza. Ed è come quando si dice 'meglio tardi che mai': no, in certi casi tardi è tardi, e non rimangio quando ho detto anche nelle scorse settimane, comunque vada sarà una stagione fallimentare, perché Salerno merita davvero molto ma molto di più che un playout per mantenere la categoria, soprattutto poi quando si parla di ritorno in Serie A in 2 o 3 anni, che mi auguro non siano affatto comprensivi di una terza serie professionistica. 

Sfogo e polemica magari inopportuna, lo riconosco, sarà l'età che avanza, e che mi fa perdere un po' di diplomazia. Ma davvero, speravo in altro. Perché sì, un playout è meglio che una retrocessione, ma è poco, troppo poco per Salerno. Mi taccio qui, parlerà ora il campo.

Sezione: Editoriale / Data: Gio 15 maggio 2025 alle 00:00
Autore: Lorenzo Portanova
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