La serata di coppa contro la Sampdoria porta in dote alla Salernitana di Inzaghi quattro reti e il passaggio del turno, ma soprattutto lancia un segnale chiaro e chi ha orecchie per intendere intenda. I nuovi arrivi, e persino Simy, hanno avuto un buon impatto sul match, dimostrando voglia di lottare e di determinare, riuscendovi discretamente bene. Un risultato positivo, specialmente se largo nelle proporzioni, non è mai frutto del caso e giunge a premiare impegno e buone giocate espresse sul terreno di gioco. Tanto si è detto, e giustamente, sulla necessità per la Salernitana di meglio strutturarsi a livello di ruoli dirigenziali apicali e dell'opportunità di designare un dg di comprovata esperienza che faccia mercato a gennaio ed in futuro e che gestisca al meglio il gruppo.
Si sono, altresì, sprecati gli appelli a Iervolino affinché allenti i cordoni della borsa ed investa in modo cospicuo su calciatori pronti e subito in grado di incidere per le sorti stagionali della Bersagliera. Tutto vero e pressoché inevitabile, ma senza dimenticare che gennaio con i suoi rinforzi è ben lontano, troppo per non temere di arrivarci ormai condannati alla cadetteria in mancanza di una reazione che deve esservi ora, adesso e non domani. Da agosto ai giorni nostri una lunga quanto deleteria serie di eventi e circostanze potrebbe verosimilmente aver condizionato la squadra, che per molti elementi è davvero quella dello scorso anno, minandone il rendimento e i risultati, i quali ultimi sono mortificanti e non rispecchianti del tutto il valore della rosa attuale della Salernitana.
Il club granata si è indebolito con le non surrogate partenze di titolari quali Piatek e Vilhena, ma entrambi nel campionato scorso sono stati diverse volte oggetto di critiche di tifosi ed addetti ai lavori. Il vero motivo della involuzione dei granata risiederebbe invece in un clima pesante ed intriso di negatività che si sarebbe respirato sin dal raduno post vacanze, per poi accrescersi in ritiro e nelle prime settimane di competizioni ufficiali. Prima le polemiche legate al flirt estivo tra Paulo Sousa ed il Napoli di De Laurentiis, poi le giuste critiche ad un mercato ben al di sotto delle aspettative della piazza, poi, ancora, le frecciatine del tecnico lusitano e le risposte neanche tanto velate della proprietà, il tutto unito ad un silenzio assordante di un ds, dotato di convinzioni che i fatti ed il campo hanno finora continuato a smentire.
Questa successione anomala di fattori non può non avere avuto ripercussioni negative sulla squadra e, in quanto tale, potrebbe aver finito per scaricare mentalmente il gruppo e per generare continui alibi e giustificazioni per eventuali prestazioni e risultati non lusinghieri. Ora, però, il tempo degli alibi non sussiste più, né può restare sull'uscio in attesa di essere richiamato in aula. Chi deve ora ed adesso guidare la reazione e trascinare, anche di peso se servisse, i compagni più giovani o gli stranieri da poco sbarcati a Salerno, sono i veterani ed i cosiddetti big della Salernitana, i vari Ochoa, Gyomber, Mazzocchi, Coulibaly, Candreva e Dia, Nessuno dei pilastri attuali del club di via Allende ha ripetuto l'ultima trionfale stagione sportiva, palesando difficoltà a trovare continuità e ad essere determinanti per le sorti della società che li annovera tra i tesserati.
La vittoria di stasera in coppa ha evidenziato che chi va in campo lottando e sudando può sopperire a lacune e limiti vari e questo messaggio raggiunga gli elementi più rappresentativi del cavalluccio marino affinché meditino e rientrino in campo sabato con altro e migliore spirito. Sono costoro che devono essere elementi trainanti e capaci di traghettare il loro club fuori dalle paludi dell'ultimo posto in classifica ed allontanate lo spettro retrocessione. Il tecnico è cambiato e la proprietà ha dichiarato la piena disponibilità a rinforzare la squadra e a intervenire nella gestione introducendo nuove figure in organigramma, ora tocca a loro in primis e a ciascun atleta che indosserà la maglia granata. I calciatori attuali devono tirare la carretta sapendo che, ora come ora, difficilmente vi saranno mezze misure e diverranno eroi o i principali responsabili in base ai verdetti del rettangolo verde.
Da sabato nel derby campano ad ogni giornata successiva, tutti si vuole rivedere Ochoa la saracinesca acrobatica, Gyomber il muro ringhiante, Mazzocchi la locomotiva, Coulibaly il tuttocampista trascinatore, Candreva l'artista delle parabole impossibili e Dia il cecchino. Se ciò avverrà siamo certi che gli altri calciatori seguiranno a ruota e miglioreranno le proprie prestazioni. Basta alibi e controfigure in campo e soprattutto basta espressioni rassegnate che generano sconfitte ancora prima di giocare, impegno e qualità tecniche vengano gettati in campo e meritino il sostegno del pubblico, non più incondizionato ma da guadagnarsi stilla di sudore dopo stilla, e sin da Salermitana-Napoli di sabato 4 novembre all'Arechi.
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