So che non porterò molte letture al sito, so che non è un articolo che farà clic, so che verrò additata come la femminista di turno: ma non mi interessa. Il direttore Luca Esposito lascia massima libertà sulle tematiche da affrontare negli editoriali che ogni giorno potete leggere sul nostro sito, e, come sempre, me la prendo tutta. Perché non parlerò di calciomercato, non parlerò del pari contro l'Udinese e del post gara, parlerò di un fatto che da tempo, all'estero, sta tenendo banco, e che si collega strettamente all'attualità che ogni giorno vediamo tra giornali e tv. La violenza sulle donne.
Tutto parte dalla vittoria della Spagna Femminile al recenti Mondiali di Australia e Nuova Zelanda, macchiata dal gesto shock del presidente della federcalcio spagnola Luis Rubiales, che, durante le premiazioni, ha prima abbracciato calorosamente la calciatrice Jenni Hermoso e le ha messo poi le mani dietro la testa per tenerla ferma e baciarla in bocca. Un bacio non gradito dalla stessa Hermoso, che dopo la denuncia social ha fatto sapere di portare avanti una battaglia legale anche tramite FutPro (il sindacato femminile di dirigenti e calciatrici) e ovviamente la Federazione Femminile spagnola. Uno scandalo che ha suscitato reazioni del mondo intero, ma non dei vertici italiani, rimasti in silenzio - salvo che non abbia perso io qualche passaggio - di fronte a questo fatto. In un momento in cui, in Italia, si è saturi di violenza, in cui la donna sta tornando sempre di più a essere trattata come un oggetto, una proprietà. Un regresso culturale spaventoso, che sta prendendo piede nel silenzio generale.
Un silenzio interrotto, in Italia, da Silvia Patruno, prima donna agente in Italia (abilitata alla professione dopo l'esame sostenuto nel 1990) e manager sportiva ancora oggi in attività, che ha così parlato in esclusiva ai microfoni di TuttoMercatoWeb.com: "Quello che si è visto durante la premiazione dei Mondiali Femminili è stata la manifestazione di potere di un uomo verso una donna che non ha manifestato assenso, e dove manca il consenso c'è violenza: Rubiales si doveva dimettere, non scusarsi in un modo anche ambiguo, con parole che lo rendevano sì carnefice ma anche vittima. Qua siamo nel pieno di una grave mancanza di rispetto verso le donne, gli uomini si sentono ormai troppo spesso autorizzati a prevaricare, a trattare la donna come uno strumento di gioco, e lo si vede anche dai tanti recenti casi di cronaca, che evidenziano violenze, femminicidi, un maschilismo ancora troppo dilagante: certe cose, invece, non devono essere consentite a nessuno, perché, ribadisco, serve rispetto. C'è un problema sociologico e culturale di fondo, perché ci sarebbe poco da essere orgogliosi di certi gesti mentre invece qua ancora ce ne vantiamo, con famiglie e scuole spesso immobili. Se invece certi messaggi partissero dal calcio, mondo ancora misogino, forse qualcosa potrebbe cambiare, perché il calcio è uno sport popolare che entra in tutte le case, vorrei sentire anche uomini esporsi su certe dinamiche che ancora si vedono. E che ci hanno riportato molto indietro".

Parole sulle quali è forse bene fermarsi un attimo a riflettere. Senza pregiudizio, ma con la consapevolezza del mondo che stiamo lasciando ai nostri ragazzi. 

Sezione: Editoriale / Data: Mer 30 agosto 2023 alle 00:00
Autore: TS Redazione
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