Sarà pur vero che collezionare sconfitte in serie nell’anno del centenario ha comprensibilmente allontanato un buon numero di spettatori dagli spalti ed è altrettanto legittimo che in tempi di crisi economica sia prioritario per un padre di famiglia mettere il piatto a tavola piuttosto che spendere 200 euro al mese per le partite di calcio. Nel pieno rispetto delle opinioni di tutti, però, siamo convinti che il vero tifoso vada sempre allo stadio. Salerno, quando vuole, è in grado di fare la differenza e non è spiegabile che una squadra a -3 dalla zona promozione diretta sia stata abbandonata da chi popola quotidianamente i social per alimentare la caccia alle streghe sminuendo tutto ciò che fa la società. Certo, manca il bomber, forse un regista, è arrivata una sola vittoria negli ultimi due mesi e Ventura non sta fornendo quel contributo determinante che ci si aspettava. Ma proprio nel momento del bisogno si vedono gli amici e in passato, con 30 anni di fila in serie C, la curva era sempre piena e trascinava il cavalluccio marino. 5500 spettatori contro Entella e Ascoli, nemmeno ai tempi del dilettantismo. E’ così che si dimostra di meritare di più? A cosa serve scendere in piazza in 30mila il 19 giugno per il grande evento se poi la “festeggiata” non può contare sull’apporto della gente?

Il campionato è ancora lungo e, senza torti arbitrali e con un piccolo sforzo in più, la Salernitana poteva essere già seconda. Con tutti i suoi limiti e le lacune da colmare obbligatoriamente a gennaio a suon di investimenti concreti. Un Arechi così vuoto, però, è un danno per tutti. Per la squadra che perde il dodicesimo uomo, per una società che andrebbe stimolata diversamente, per chi eventualmente dovrebbe venire nel mercato di riparazione e non vuole imbattersi in un contesto ostile, freddo e caotico. La diserzione dell’anno scorso sia da insegnamento. Non appena la gente ha abbandonato la Salernitana, sono arrivate sconfitte in serie in uno stadio che deve tornare ad essere un fortino. Solo con l’unità di intenti e con analisi maggiormente equilibrate si potrà fare il salto di qualità auspicato da tempo. Le potenzialità della tifoseria sono enormi, incredibilmente importanti. Ma ora bisogna dimostrarlo con i fatti, come fanno gli ultras, i club organizzati e quei tifosi che partono da ogni regione d’Italia senza aggrapparsi a scusanti di ogni tipo. Chi ti ama ti segue, chi milita merita.

Sezione: News / Data: Mar 03 dicembre 2019 alle 12:30
Autore: Luca Esposito / Twitter: @lucesp75
vedi letture
Print