Sarà pur vero che ognuno tira acqua al proprio mulino, ma a volte non si dovrebbe superare il limite del buonsenso. E' ovvio che la Sampdoria festeggi la salvezza pur essendo meritatamente retrocessa sul campo lo scorso 13 maggio, ma l'atteggiamento della piazza, della società, dei calciatori e dello staff tecnico ha inasprito ulteriormente gli animi sancendo, di fatto, la fine di un rapporto quantomeno di stima reciproca come testimoniato ieri dai fischi all'indirizzo dei 1500 cuori blucerchiati assiepati nel settore ospiti.

Partiamo proprio da loro. Contrariamente a quanto fecero - ad esempio - i veneziani nel 2019 e in altre occasioni, non c'è stata nemmeno una parola di solidarietà nei confronti della torcida granata. Anzi, sui social non sono mancati scambi di vedute anche particolarmente accesi. E vederli cantare, saltare e sventolare bandiere sullo 0-2 senza rendersi conto del gentile omaggio ricevuto è stato un ulteriore pugno nello stomaco alla credibilità di questo sport. "Siete ridicoli", "Vergognatevi", "Siete come Verona" e tanti altri gli slogan urlati dai tifosi presenti nei distinti e in tribuna azzurra.

E poi la proprietà. Quella che si sentiva "parte lesa", che quasi non capiva come mai a Salerno si fossero risentiti e quella che - pare - abbia avuto l'ok per l'iscrizione sulla base di una possibile promozione in serie A che, puntualmente, non si è verificata. Manfredi, a differenza di Iervolino, ha avuto il merito di rinforzare la squadra a gennaio investendo soldi, ma si salva da retrocesso a scapito della Salernitana e di una tifoseria che nulla ha da invidiare alla sua.

E infine il tandem Evani-Lombardo, uomini che stanno nel calcio da una vita e che forse avrebbero potuto evitare determinati atteggiamenti. Quando il mister ha parlato in sala stampa, forse la stampa locale avrebbe dovuto alzarsi e andare via in segno di dissenso. "Che coraggio" si sentiva in sottofondo mentre non commentava l'arbitraggio e parlava di una Salernitana addirittura avvantaggiata da questa situazione paradossale "perchè comunque avrebbe dovuto giocare i playout, da quartultima e con un solo risultato a disposizione". Un bel tacer non fu mai scritto, coraggioso anche esultare sotto la curva dopo essere, lo ribadiamo, meritatamente retrocesso giocando un calcio pessimo.

E lo stesso si può dire di Lombardo. I tifosi, infuriati, lanciavano di tutto sul campo, la tensione era alle stelle e lui esultava in attesa del triplice fischio finale come se davvero la vittoria della Sampdoria fosse mai stata in discussione. Chissà a parti invertite cosa avrebbero detto quelli che "amano vincere nel rispetto delle regole". E chissà perchè tutt'Italia, ieri, tifava Salernitana.

Sezione: Primo Piano / Data: Lun 23 giugno 2025 alle 23:00
Autore: Gaetano Ferraiuolo
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