Chiusura amara di un biennio horror che ha portato la Salernitana dallo stadio Meazza di Milano ai campi sterrati della periferia in 24 mesi. Il progetto triennale di risalita in massima serie è naufragato praticamente da subito. Mai la società campana aveva ottenuto due retrocessioni consecutive in due anni. Una retrocessione dalla Serie A, seppur con un record negativo di punti, era anche da mettere in preventivo, ci può anche stare.

Quella di quest'anno invece no, non ha ragione di essere. Si è fatto probabilmente ancora peggio dello scorso anno, anche in proporzione alla differenza di categorie. Quattro allenatori (cinque contando anche Sottil), da Martusciello a Colantuono e da Breda a Marino, con quest'ultimo che avrebbe forse meritato la salvezza diretta con quattro vittorie in sei partite ma che si è perso proprio nei due playout decisivi. Due direttori sportivi: il primo, Petrachi, costretto a lavorare in condizioni non esattamente ideali ma comunque non esente da colpe; il secondo, Valentini, che ha peggiorato una situazione già tragica ma avendo il coraggio di difendere il proprio operato fino alla fine.

Una confusione totale per un progetto tecnico che non ha mai avuto senso con 22 calciatori in prestito o in scadenza di contratto. La scorsa estate si è ripartiti da zero, si ripartirà di nuovo da zero. Ancora per un progetto triennale? Sarà dura, molto più dura perchè la Serie C è molto più difficile da vincere rispetto alla B. 

Sezione: Primo Piano / Data: Lun 23 giugno 2025 alle 12:00
Autore: Lorenzo Portanova
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