Cambia l’allenatore, non la Salernitana. Che Paulo Sousa non avesse la bacchetta magica si poteva immaginare, ma che la squadra non avesse quantomeno una scossa assolutamente no. Tolti i primi dieci, quindici minuti, si è visto poco della mano del nuovo allenatore. Tatticamente qualcosa è cambiato in alcuni elementi, vedi Candreva nel 4-2-3-1. Ma non è bastato. per fortuna che la Roma abbia battuto di misura il Verona altrimenti la classifica sarebbe ancora più preoccupante. Ma cosa manca alla Salernitana ? La risposta è semplice: l’anima. La grinta, il mordente, non è questione di qualità o quantità, di centrocampo o attacco, di interpreti e di moduli. La squadra ha smarrito l’identità. Certo se esoneri e poi richiami Nicola, poi lo mandi via di nuovo e prendi Paolo Sousa dopo aver contattato almeno altri quattro allenatori questo è il risultato. Ora per ritrovare una nuova identità ci vuole necessariamente un po’ di tempo. Speriamo sia sufficiente per poter ottenere quei punti necessari per salvare la squadra dalla baraonda salvezza. Dispiace dirlo, ma è un dato di fatto. Le decisioni prese da Iervolino sono state sbagliate e in special modo anche tardive. Del resto l’obiettivo del presidente di vedere la squadra nella parte sinistra della classifica sembrano ormai tramontate. La realtà è che bisogna lottare per la salvezza e farlo con la giusta mentalità da squadra che si cala nella parte. Magari Paulo Sousa aprirà un nuovo ciclo, con un gioco spumeggiante e moderno. Ma il pronti via del nuovo corso è stato un flop. L’auspicio è che si cambi registro dalla prossima partita, un’altra decisiva, per la salvezza che sembrava a portata di mano, ma sta diventando sempre più complicata.

Sezione: Editoriale / Data: Mar 21 febbraio 2023 alle 00:00
Autore: TS Redazione
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