L'uomo della svolta, l'uomo del cambiamento. Quello che ci fa rendere conto che in tanti forse hanno esaltato fin troppo un passato vincente, certo, ma che non consentiva di guardare al futuro con questo ottimismo e con una potenzialità economica e gestionale del genere. Neanche un minuto dopo aver appreso dello 0-0 tra Venezia e Cagliari, il presidente Danilo Iervolino fissava un incontro per la mattina successiva con i suoi più stretti collaboratori "perchè non voglio vivere mai più un campionato così". I fatti dicono che, a una settimana dalla materializzazione dell'impresa, c'è già il rinnovo del direttore sportivo, presumibilmente anche quello di Nicola, un progetto per la campagna abbonamenti, per le strutture e per il settore giovanile e un budget imponente per il mercato. Si parla di 30 milioni, ma siamo certi che Iervolino è una garanzia perchè non è il classico zio d'America che si fa trasportare e getta i soldi dalla finestra, ma un imprenditore coraggioso che fa quadrare perfettamente i conti ma che, allo stesso tempo, non rinuncia a sognare. Non sarà Cavani il futuro centravanti, probabilmente, ma già pensare che nomi del genere possano essere accostati alla Salernitana fa un certo effetto. Sabatini ha parlato di 4-5 elementi da aggiungere ad un rosa competitiva, la speranza è che la buona base costruita nel tempo possa essere riconfermata. Ederson, Bohinen, Sepe, Mazzocchi, Fazio, Mikael, magari anche Verdi, possono essere preziosissimi con un ritiro fatto come si deve e senza la pressione mentale di dover sempre vincere per evitare un dramma sportivo. Vedere l'ex terzino del Venezia tatuarsi l'oramai proverbiale 7% fa capire quanto il gruppo abbia preso a cuore la maglia granata, merito di una proprietà che ha saputo trasmettere valori giusti creando identità, osmosi e legami che vanno ben oltre i 90 minuti della domenica.
E' chiaro che il futuro sarà a tinte granata, naturalmente tenendo i piedi ben saldi a terra. Come ha detto giustamente Sabatini, non si passa in due mesi dall'ultimo posto alla lotta per la qualificazione europea e la sana ambizione di una piazza che vuole sognare passa inevitabilmente da un progetto che si sviluppi nel tempo. Arriveranno un terzino destro, un forte terzino sinistro, due centrali difensivi, un centrocampista e tre attaccanti se Bonazzoli dovesse partire, sperando che si riescano a trattenere Ranieri, Kastanos e Bonazzoli che sono stati a tratti determinanti per la squadra. Al resto dovrà pensare l'ambiente, chiamato a confermare il salto di maturità fatto quest'anno. Non è un caso che il ritorno massiccio di pubblico sugli spalti coincida con la rinascita granata, non è un caso che tantissimi addetti ai lavori hanno indicato nel pubblico una componente che ha inciso sul felice esito finale. Ultras, club, provincia e zoccolo duro hanno fatto la differenza, sostenendo la squadra anche a ridosso del fallimento e con 0-4 e 0-5 a ripetizione.
Ora resta l'ultimo step: ricompattare ogni componente evitando questa stupida guerra tra poveri che è terreno fertile per frustrati anti Salernitana che, trincerandosi dietro l'anonimato, un minuto dopo la salvezza invadevano i social - palesemente rammaricati per la mancata retrocessione - non per celebrare l'impresa e invocare compattezza, ma per inventare minacce, aggressioni e situazioni che sono ben lontane dai valori che incarna la vera tifoseria. Quella che ha fatto capire di che pasta è fatta prendendo le distanze in modo netto da questi social che, più che passione granata, opinione e improvvisazione, lasciano trasparire una frustrazione profonda che rischia di limitare la crescita collettiva. Isolare la minoranza rumorosa che idolatra i fautori dei "Della Valle" e condanna senza motivo chi scrive amando la Salernitana è l'ultimo gradino da scalare per essere davvero un corpo unico che sa spingere e trascinare come pochi. Chi ama i colori granata oggi posta video della festa, messaggi di incitamento e si gode il momento forse più felice della storia, chi invece diffonde audio privati stravolgendone il contenuto, incita alla violenza e ripropone screen decontestualizzandoli è semplicemente un destabilizzatore di professione che gioca sulla memoria corta collettiva apparendo spavaldo in pubblico e "agnellino" in privato. Nullità che torneranno presto nell'anonimato e che stanno sparando le ultime cartucce: si rassegnino, il futuro sarà a tinte granata e chi ha sale in zucca non dimenticherà le telenovele estive su cessioni mai avvenute e i post diffamatori commentati solo da chi è peggio di loro. Oggi, per davvero, la Salernitana ha una nuova proprietà e con Iervolino, uomo di spessore culturale altissimo, ci sarà una pulizia generale che non potrà che far bene alla squadra.
Autore: Luca Esposito / Twitter: @lucesp75
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