Il calcio è materia molto più semplice di quanto ci vogliano far credere. Altro che strategie, alchimie, tattiche e moduli. Analizzare la gara di questa sera è facilissimo. La Salernitana ha disputato un'ora di buion livello contro un avversario nettamente superiore, ha avuto almeno tre palle gol nitide per passare in vantaggio, ha retto alla grande in fase difensiva anche grazie a una miglior copertura del centrocampo...fino all'ingresso di Lautaro Martinez. Quando entra un campione di questa caratura c'è poco da fare, figuriamoci poi se Ochoa, Bradaric e Lovato gli stendono il tappeto rosso pagando un timore reverenziale solo in parte giustificato dai numeri stratosferici del "toro" che si scatena quando incontra i granata. La Salernitana, di fatto, si è complicata la vita da sola, pagando anche un fisiologico calo fisico dopo 60 minuti di corsa, pressing alto e qualche ripartenza interessante. Nel primo caso c'è una palla persa da Dia oltre che un'uscita a vuoto di Ochoa, nel secondo è invece clamorosa l'incomprensione tra il pipelet messicano e Bradaric, nel terzo l'arbitro punisce un fallo di Lovato su Thuram. Tutte situazioni che si potevano evitare o, comunque, gestire meglio.
Di fatto la partita della Salernitana è finita quando l'arbitro ha annullato il gol del possibile pareggio di Legowski. La revisione del Var è stata una mazzata tremenda per la Bersagliera, piena di limiti ma anche un po' sfortunata. 4 pali colpiti, due rigori contro, due gol annullati per questione di centimetri, i calciatori migliori che si fanno male e l'avversario che fa 4 tiri in porta e altrettanti gol vanificando quanto di buono fatto in precedenza. Fare le pagelle risulta esercizio difficile. Prendiamo l'esempio di Gyomber, strepitoso su Sanchez e talvotla decisivo pure in marcatura su Thuram. Ma si può dare 6,5 o 7 a chi guida la difesa più perforata della serie A, che becca quattro reti in rapida successione senza opporre resistenza?
Ora archiviamo quanto prima questa nottataccia, resa meno amara soltanto dalla curva Sud che ha inscenato una coreografia meravigliosa, da applausi e da brividi. All'orizzonte c'è il Monza e stavolta non si può più sbagliare. Sousa, riconfermato fino a domenica prossima, ha numeri che iniziano a preoccupare: appena 4 vittore in campionato su 23, difesa che prende sempre gol, attacco che si è inceppato (una rete nelle ultime 5), classifica deficitaria, qualche cambio discutibile e un mese e mezzo di tempo per capire che la retroguardia a quattro copre meglio e corre meno rischi. Dopo tante chiacchiere è arrivato il tempo di fare i fatti, dalla Lombardia bisogna tornare obbligatoriamente con i tre punti. Altrimenti è giusto valutare un ribaltone tecnico sfruttando al massimo la sosta contrariamente a quanto accadde proprio dopo Monza un anno fa.
Autore: Luca Esposito / Twitter: @lucesp75
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