In un campionato dove le regole vengono cambiate in corsa a uso e consumo delle “potenti”, ci può stare tutto. Squadre che hanno la gara sospesa per i numerosi calciatori “infettati” da Covid e altre costrette a scendere in campo, grazie a normative elastiche o a libera interpretazione, probabilmente anche carenti. Tuttavia, recentemente è stata fatta un po’ di chiarezza che non risolve però i casi pendenti. Così può capitare da quando c’è il “virus maledetto”, abbiamo avuto sentenze varie e contraddittorie da un organo all’altro, che non hanno creato altro che confusione e falsato le graduatorie dei campionati.

E’ vero la sentenza del 3-0 e il meno uno in classifica della partita che riguarda i granata in trasferta a Udine è quasi un atto dovuto, ma ci chiediamo come mai il giudice sportivo non prenda atto delle sentenze ribaltate per decidere i nuovi casi, ne avrebbe la facoltà, come ha sottolineato anche l’avv. Edoardo Chiacchio alla nostra redazione: “L’iter è chiaro, spesso il giudice sportivo agisce in questo modo assegnando la sconfitta a tavolino alla squadra che non si presenta, con annessa penalizzazione. Lette le motivazioni inizieremo a difenderci, ci sono altri due gradi d’appello che possono ribaltare la sentenza. In questa situazione ci ritroviamo dinanzi ad una chiara causa di forza maggiore, al punto che già il giudice sportivo poteva decidere per la disputa del match. E’ andato in un’altra direzione, ci muoveremo di conseguenza. Il caso Juventus-Napoli è emblematico, una squadra messa in quarantena da una ASL non può muoversi nè con mezzi pubblici, nè privati e deve rispettare le disposizioni”.

Su questa base si potrà ostentare un certo ottimismo anche dopo l’eventuale 0-3 in casa contro il Venezia e l’ulteriore punto di penalizzazione in classifica. Il problema semmai diventerebbe di ordine psicologico: vedere la salvezza così distante si riuscirà ad avere, oltre alla forza tecnica, quella mentale di effettuare una rincorsa possibile? Stiamo parlando del massimo campionato italiano, dove oltre a Udinese, Venezia e consorelle varie, ci sono anche le cosiddette grandi, che difficilmente cederanno punti. Certo, non bisogna mai rassegnarsi, ci mancherebbe altro, ma restare con i piedi a terra diventa un obbligo.

La Salernitana è falcidiata dal Covid, a Napoli (a meno di una sospensione per numero di giocatori positivi, come probabile) si scenderà in campo ancora rimaneggiati. Non è certo al “Maradona” che la Salernitana dovrà conquistare i punti salvezza, ma il derby molto sentito dai tifosi meriterebbe maggiore “resistenza” per uscire quantomeno a testa alta dalla sfida, come nella gara di andata. I rinforzi promessi dal direttore Sabatini stentano ad arrivare. Non bisogna avere fretta certo, ma non si può attendere il 31 gennaio per avere una squadra rinnovata nei ranghi, come da gestione Lotito-Mezzaroma.

Resta il fatto che bisogna far lavorare in pace la nuova società, senza fiato addosso. Forse è giunto il momento che ognuno faccia la propria parte, soprattutto il tifoso, che deve dimenticare le contestazioni a prescindere, come è avvenuto fino al 31 dicembre scorso. Ma a Salerno, come in buona parte delle piazze sportive della penisola, basta poco per far rompere gli equilibri. Non vorremmo ritrovarci tra qualche tempo di nuovo con contestazioni al Presidente e al Direttore generale, sarebbe troppo! Anche per una piazza “passionale” come quella salernitana…

Sezione: Editoriale / Data: Ven 21 gennaio 2022 alle 00:01
Autore: Maurizio Grillo
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