Rincorsa salvezza, atto nono. La Salernitana si appresta ad ospitare all'Arechi il Verona in una classica del calcio italiano tra due storiche rivali. Un solo risultato a disposizione dei granata, che arrivano alla sfida non nelle migliori condizioni mentali dopo la disfatta di Reggio Emilia col Sassuolo che, insieme al ko interno contro il Lecce, ha fatto di colpo vacillare le certezze e fatto finire mister Nicola, forse troppo frettolosamente, sul banco degli imputati. 

Eppure di errori ce ne sono stati diversi nelle ultime giornate, inutile nascondersi dietro un dito. Innanzitutto il tecnico torinese non è stato in grado di leggere le partite e apportare i dovuti correttivi a gara in corso, anche quando le difficoltà della squadra apparivano manifeste, coi granata apparsi troppo compassati e oltremodo in affanno contro la rapidità degli avversari. Sbagliato anche intestardirsi su alcune scelte tecniche, come nel caso, ad esempio, di Vilhena, tra i più appannati nelle ultime uscite, al quale non avrebbe fatto male un po' di panchina. Ma in realtà il problema principale è stata la mancanza di cattiveria agonistica, un peccato mortale per una squadra che punta alla salvezza. La Salernitana, dopo l'esaltante gara dello Stadium, ha perso intensità e brio, finendo probabilmente con lo specchiarsi troppo, come nella più classica storia di Narciso. La conclusione del racconto è, però, nota a tutti e dovrebbe servire da monito per il futuro. Vietato camminare guardando le stelle col serio rischio di inciampare. Sarebbe delittuoso per i granata deporre la grinta sulla quale mister Nicola ha fondato i suoi successi, compresa la straordinaria salvezza della passata stagione. 

Il messaggio deve passare, una volta per tutte, chiaro: bisogna raggiungere il prima possibile i famosi 40 punti. Non perché la qualità dell'organico non possa permettere di ambire a qualcosina in più, come ribadito a più riprese da un critico Iervolino, ma perché in un campionato quanto mai livellato come questo potrebbe rivelarsi fatale dare per scontato una salvezza che scontata non lo è affatto. La presunzione, d'altronde, è da sempre nemica di ogni successo e di esempi ne sono pieni i libri di storia del calcio.

Il calendario propone un tour de force da qui a metà novembre, quando il campionato andrà in pausa per il mondiale. L'obiettivo è di totalizzare non meno di dieci-dodici punti. Molto, per fortuna dei granata, si giocherà tra le mura amiche con le gare contro Verona, Spezia e Cremonese da vincere ad ogni costo anche grazie all'apporto di un pubblico che continua a stupire l'Italia.  Nessuno parte già sconfitto e gli avversari attualmente invischiati nei bassifondi della classifica, Verona compreso, sono pronti a vendere cara la pelle e si sa che spesso, l'ago della bilancia della lotta salvezza, è rappresentato dalla fame. Per mantenere la categoria bisogna ritrovare quindi la necessaria umiltà, la voglia di sporcarsi le mani, insomma, il proverbiale "occhio della tigre".  

Sezione: Editoriale / Data: Dom 09 ottobre 2022 alle 00:00
Autore: Valerio Vicinanza
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