Ultima spiaggia, turno potenzialmente favorevole, tirare fuori l'orgoglio. Perchè, in fondo, "basta vincere gli scontri diretti per riaccendere la fiammella della speranza". Passano le settimane, eppure ci ritroviamo a dire sempre le stesse cose e a fare i medesimi ragionamenti, utili probabilmente ad aggrapparci a qualunque tipo di speranza pur di non accettare l'amaro e meritato verdetto del campo. Perchè, ad oggi, mai retrocessione è stata più giusta e con una serie di responsabilità evidenti e di errori clamorosi. Nemmeno impegnandosi si sarebbe potuto sbagliare tanto, a tutti i livelli e con nessuna componente esente da colpe. Proviamo a ragionare con logica e distacco emotivo: è possibile sperare che una squadra, attualmente a -9 dalla salvezza, possa vincere 6-7 partite su 11 quando ha ottenuto appena 2 successi su 27? Con il peggior attacco, la seconda peggior difesa, un rendimento casalingo horror (tutte perse le gare all'Arechi nel 2024!), un allenatore come Liverani in panchina e una rosa così incompleta? Costruita male da De Sanctis e aggiustata peggio da Sabatini, uno che gode ancora di discreta immunità nel ricordo di ciò che è stato e non per quanto realmente dimostrato in questa sua seconda parentesi a Salerno. E, con l'esplosione del caso Dia (quello che il sottoscritto esortava a cedere già da giugno), ci ritroveremo a giocare le ultime gare con Simy e Ikwuemesi in attacco o Tchaouna falso nueve.

Senza dimenticare che, in difesa, Pasalidis e Pellegrino non sembrano superiori a Daniliuc e, addirittura, a Lovato e che a centrocampo si sta facendo una fatica immensa. Se poi a destra Zanoli è quello che stiamo vedendo e ci aspettiamo le giocate salvezza da Vignato (riserva in B a Pisa), allora meglio proiettarci già all'anno prossimo. Certo, battendo Cagliari e Lecce si può tentare di rimandare quantomeno l'aritmetica e di salvare la dignità sportiva di una città che, numeri alla mano, sta continuando a stupire in positivo garantendo 20mila presenze in casa e 2000 fuori. Ora l'obiettivo massimo sembra essere quello di retrocedere in piedi, a testa alta, senza regalare nulla. Proprio come accaduto a Udine, ad esempio. Per la serie "siamo già in B, ma per batterci dovete sudare fino al 95'. E, magari, vi portiamo giù con noi", una sorta di vendetta sportiva verso chi, sullo 0-4 e senza giocarsi nulla, nel maggio del 2022 infieriva in un Arechi da 32mila che viveva un dramma calcistico per fortuna cancellato dal Venezia. Lo ripetiamo, a scanso di equivoci: qui tutti siamo legatissimi alla Salernitana, chi - come il sottoscritto - la segue da decenni soffre, perde il sonno, si arrabbia e prova un senso di impotenza frustrante rispetto a questa situazione.

Questo, però, non autorizza a perdere senso critico e onestà intellettuale. -9, trasferte a Roma, Torino e San Siro, tandem Fiorentina-Atalanta in casa e con almeno 19 punti da conquistare e tre avversarie da mettere sotto. Lo trovate verosimile? A nostro avviso sarebbe molto più utile indire una conferenza stampa, scusarsi, accettare che una stagione storta può capitare e promettere che, da oggi, si inizia una ambiziosa programmazione futura mettendo a posto conti e bilanci. Si può e si deve parlare già da ora con Gyomber, Candreva, Kastanos, Pierozzi e con lo stesso Bonazzoli esortandoli ad essere protagonisti della stagione della rinascita, in quella serie B che è per antonomasia il campionato più difficile in assoluto. Salerno saprà rispondere con affetto, sostegno e presenza qualora si opererà con chiarezza e trasparenza, assumendosi le responsabilità senza aggrapparsi ad alcun tipo di alibi e spiegando cosa sia cambiato da roboanti promesse quasi totalmente disattese. Che sia Arechi o Volpe, che sia Sabatini o un nuovo ds, che si riparta da zero o si mantenga una minima ossatura di questo organico, ma la Salernitana è stata presa in A, con bilancio in attivo e a prezzo d'affare ed è lì che - eventualmente - va lasciata se qualcuno ha intenzione di disimpegnarsi.
 

Sezione: Editoriale / Data: Ven 08 marzo 2024 alle 00:01
Autore: Maurizio Grillo
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