Giornalista seguitissimo sul web e in televisione, molto apprezzato per le sue esclusive di mercato, ma anche e soprattutto per la capacità di esprimere il proprio pensiero senza peli sulla lingua o troppi giri di parole. Professionista di rilievo della testata Tuttomercatoweb e dell'emittente SportItalia, simpatizzante della Salernitana e autore in passato di un libro su Delio Rossi e sulla splendida cavalcata del 1997-98, Alfredo Pedullà è stato graditissimo ospite delle redazioni di TuttoSalernitana e GranataCento e si è soffermato sull'attuale crisi del calcio italiano, duramente messo alla prova dal dramma Coronavirus. Ecco uno stralcio delle sue dichiarazioni:
Qual è la sua opinione su tutto quello che sta succedendo e sul futuro del calcio italiano?
“C’è molta confusione, anche a causa di parole di addetti ai lavori che ripetono quotidianamente le stesse cose. Spesso si soffermano sui bollettini di guerra propinati dalla protezione civile celando interessi personali che prescindono dalla pandemia, ed è questa la cosa che mi sorprende di più. Non mi piace partecipare al toto-date, da più parti sono arrivate ipotesi di ogni genere. L’associazione calciatori merita una riforma, c’è stato un assenteismo totale poiché Tommasi ha dimostrato di non essere all’altezza. Sono d’accordo sull’idea di far ripartire la serie A in primis, a patto che si viva con grande realismo rispettando alla lettera i protocolli sanitari indicati dagli esperti”.
I campionati riprenderanno?
“Sono d’accordo sulla ripresa dei campionati, a patto che ci siano le condizioni favorevoli. Non sono un moralista, il calcio è un’azienda e dobbiamo prendere le distanze da chi si diverte a fare demagogia. Chi pensa che annullare tutto quest’anno tuteli la prossima stagione è completamente fuori strada, è l’esatto contrario. Ci sarà l’obbligatorietà delle porte chiuse, naturalmente, ma in condizioni di normalità è palese che lo sport debba riattivarsi”.
Due parole per Franco Lauro, giornalista eccellente prematuramente scomparso in questi giorni...
“Nel mio post sul web ho provato a ricordare in poche righe un collega che ho definito un ragazzino felice per l’entusiasmo che metteva in ogni cosa. Uso il tempo presente: è un amico, ci legano tante cose e gli voglio un gran bene. Da un minuto all’altro può cambiare tutto: ora ci sei, dopo pochi secondi non ci sei più. Ed è ancora più drammatico che sia accaduto in questa situazione tragica, in cui sei solo in casa e non puoi chiedere nemmeno aiuto. Ho ricordato con commozione quella sera a Castellammare, organizzata nel migliore dei modi da Donato Alfani. Un uomo puro, un giornalista umile pur essendo tra i più bravi. Sentiremo tutti la sua mancanza, è una ferita che non potrà mai rimarginarsi”.
Tornando ai campionati, c'è chi spinge per l'annullamento e per le promozioni a tavolino. Tra questi Moggi, Cellino e Spinelli. La sua opinione in merito?
“Non sono d’accordo con Moggi, non si può allargare il format. Bisogna snellirlo, la serie A dovrebbe essere a 18 squadre ma si parla da sempre di riforme che non vengono attuate. Secondo me il Benevento è virtualmente promosso così come Monza e Reggina senza dimenticare il Vicenza che ha comunque un buon vantaggio sulla seconda. Spinelli, come Cellino, vuole fare il suo interesse proponendo soluzioni da fantacalcio. La Lega Pro è stata completamente abbandonata, molti presidenti non hanno ancora capito la differenza tra il dramma che stiamo vivendo e la necessità di portare avanti un club con serietà. Vogliono fare un triplo gioco per confondere le acque e non pagare gli stipendi. Ad ogni modo bisogna dare un minimo di ossigeno a realtà in difficoltà da tempo, ma vedo presidenti che parlano ogni giorno dimenticando che non tocca a loro decidere. Il presidente del Potenza ci aggiorna quotidianamente sul numero dei morti, come se poi noi non fossimo aggiornati: pensasse a fare discorsi maggiormente costruttivi! Occorre un intervento deciso, anche economico”.
Pensa sia possibile l'annullamento dei campionati?
“Non credo che si possano annullare i campionati, in C hanno giocato 30 gare su 38. Il Monza, tra 180 minuti, potrebbe essere in serie B: stiamo parlando di tesi folli da parte di chi vuole tutelare i propri interessi sfruttando i media. Cellino ce lo ritroviamo ovunque, prima e dopo i pasti. Secondo me non si arriverà a quella sfilza di ricorsi che lei teme, a mio avviso si può pensare ad una sfilza playoff almeno in C da disputare in un’unica città totalmente blindata. Tutto passa dall’aiuto economico per tanti club che non ce la fanno, ma gli spareggi sono necessari per stabilire la quarta promossa. Se poi un presidente, al posto di scegliere la via del silenzio, si aggrappa a queste cose al posto di riflettere sui propri errori... Livorno e Brescia hanno fatto scelte sbagliate, hanno cambiato tantissimi allenatori, lo stesso Cellino provocatoriamente aveva convocato i preparatori chiedendo di riprendere gli allenamenti quando non si poteva. Ma di che parliamo?!”
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