Un solo tifoso della Cavese nel settore ospiti circondato da tre steward. Un'immagine triste che fa capire quanto brutto sia il calcio di oggi che prevede restrizioni, divieti e chiusure di ogni genere. Un match atteso da anni - quasi esclusivamente su sponda metelliana - è diventato un modo per confermare quanto ci sia poca volontà di lasciare ampia libertà a chi, in democrazia e da libero cittadino, vorrebbe semplicemente assistere dal vivo alle partite della propria squadra del cuore.

Proprio per questo vogliamo rimarcare l'ennesimo esame di maturità superato dalla tifoseria granata che, in assenza della curva ospite, non ha intonato un solo coro contro Cava, limitandosi a fischiare i calciatori avversari quando sono scesi in campo per il riscaldamento come accade ogni domenica. Da sottolineare anche il ritorno in curva Sud del capo ultras Marco Mancini e la presenza di alcuni sostenitori del Bari che hanno deciso di esserci per sostenere i propri gemellati, pur con qualche polemica sul web nei giorni scorsi per la loro vicinanza alla Sampdoria che, ricordiamo, si è salvata a scapito della Salernitana nei modi che tutti ricordiamo.

Ad ogni modo Arechi ancora una volta protagonista. 14500 spettatori (ce ne sarebbero stati molti di più senza la pioggia caduta copiosa nella mattinata), curva Sud gremita in ogni ordine di posto e supporters di tribuna e distinti che hanno partecipato con amore smisurato. Il vero dodicesimo uomo, "quel fattore che fa la differenza" come ha detto Raffaele in conferenza stampa attribuendo meriti alla gente. Perchè la magia di questo stadio è la capacità di ciascuno di sentirsi protagonista e non semplice spettatore, parte integrante di quanto accade sul campo e non "cornice" che assiste passivamente. Iervolino guardi questa curva e, a gennaio, non lesini investimenti per allestire per davvero una corazzata.

Sezione: Primo Piano / Data: Lun 06 ottobre 2025 alle 20:00
Autore: Gaetano Ferraiuolo
vedi letture
Print