Juve in Champions per grazia ricevuta o quasi. Perché i pass per le italiane sono aumentati da quattro a cinque. Perché l’Atalanta ieri sera ha battuto la Roma. Perché nella prima parte di stagione è stato messo da parte un tesoretto su cui la Signora specula da tre mesi e mezzo. Contro la Salernitana, retrocessa in Serie B da settimane, è arrivato il quinto pareggio consecutivo, in linea con la tendenza del periodo: 15 punti nelle ultime 15
giornate.

E se si allarga l’orizzonte, i pari sono 13 in 36 turni, un numero abnorme, indice di mediocrità. Una cifra inaccettabile per una squadra del livello della Juve. L’1-1 di ieri, contro l’ultima della classifica, ha confermato come i discorsi sulla presunta non competitività della rosa siano una foglia di fico. I giocatori della Juve sono molto più forti di quelli della Salernitana, eppure la squadra di Stefano Colantuono, più organizzata, ha colmato ogni divario tecnico.

Il problema sta nel fatto che la Juve gioca male. Anzi, non gioca proprio. Le responsabilità sono tutte di Massimiliano Allegri. Ci auguriamo che nessuno abbia l’indecenza di aggrapparsi alla sfortuna dei tre legni: il palo scheggiato da Cambiaso, le traverse di Vlahovic e Miretti. Legnoso è il contesto.

Sezione: Rassegna stampa / Data: Lun 13 maggio 2024 alle 10:00 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Lorenzo Portanova
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