Terza sconfitta in tre gare per la Salernitana di Fabrizio Castori che subisce il secondo poker consecutivo dopo i 4 gol incassati dalla Roma. È lo stesso copione delle prime due gare. La squadra gioca un discreto primo tempo difensivo senza peró farsi mai vedere in fase offensiva. Passano 45 minuti e la squadra granata va in svantaggio con un gol che è la fotocopia dei due presi dal Bologna, stavolta peró non da palla inattiva: cross dalla fascia, il portiere non esce e i difensori vengono sovrastati fisicamente dagli avversari. Così è anche il secondo gol del Toro. Da quel momento (come con Bologna e Roma) la Salernitana molla mentalmente e subisce il cappotto. 11 gol subiti sono un passivo molto piú pesante di quello che si è visto ma la squadra è sembrata troppo permissiva e col baricentro troppo basso. In Serie A non si puó concedere totalmente il pallino del gioco agli avversari e pensare solo a difendere perchè in un modo o nell'altro il gol lo prendi. In quelle rare occasioni in cui i granata poi riescono a recuperare palla, c'è subito il lancio lungo a scavalcare il centrocampo (spesso sbagliato) che di fatto, con Djuric e Simy a mezzo servizio, significa regalare il pallone alla squadra avversaria. Era prevedibile ci potessero essere delle difficoltá nel salto di categoria e per tutto quello che è successo con la storia del trust e dell'iscrizione al campionato. La squadra infatti è partita in ritardo e con una squadra da rifondare quasi del tutto. Molti giocatori non sono ancora in condizione e la Salernitana non corre più degli altri, anzi forse anche di meno e lo fa peggio delle altre. Ma tutto questo non può rappresentare un alibi per una squadra che è sembrata totalmente in balìa degli avversari e incapace di accennare a una minima reazione. Come ha detto il mister in conferenza stampa, ci vuole più coraggio ma l'input dovrebbe darlo il tecnico per primo, alzando il baricentro della squadra e chiedendo ai suoi calciatori di fraseggiare un pò di più senza spazzare via la palla come se scottasse. Il centrocampo della Salernitana non si praticamente quasi mai visto, viene sempre scavalcato da lanci lunghi e si ritrova a rincorrere gli avversari per 90 minuti. L'ossessiva ricerca della verticalizzazione, vincente nello scorso campionato, può diventare un'arma a doppio taglio in un campionato in cui ci sono grandi difensori che non si fanno quasi mai sorprendere e vincono tutti i duelli. E allora, come dice il motto della Salernitana, Macte Animo, coraggio ragazzi che nulla è perduto. 

Sezione: Editoriale / Data: Mar 14 settembre 2021 alle 00:00
Autore: Lorenzo Portanova
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