Soffermarci sulla partita di ieri sera significherebbe sparare sulla croce rossa. Perchè molti dei calciatori che sono scesi in campo a Torino faticherebbero a trovare spazio anche in cadetteria. Bronn, Sambia, Stewart, Ikwuemesi, Legowski, Lovato, Daniliuc, Sfait, Bradaric: c'è davvero chi si meraviglia dell'ultimo posto e chi pensa ancora che Paulo Sousa fosse un folle che destabilizzava lo spogliatoio perdendo appositamente le partite per farsi esonerare? Purtroppo, quando una stagione procede su livelli così bassi, le responsabilità vanno equamente divise pur seguendo un ordine piramidale. Iervolino è ovviamente al vertice: pochi investimenti, un rapporto più freddo con la piazza e la scelta di non affidarsi da subito a gente navigata che compensasse la sua evidente inesperienza. Poi il vecchio direttore sportivo, colui che ha portato a Salerno soltanto scommesse a basso costo pensando che la difesa più perforata d'Italia diventasse improvvisamente un bunker inespugnabile e che cinque centrocampisti fossero sufficienti per affrontare un campionato di serie A. E ora tocca a Sabatini, maestro nel suo lavoro, confermare di essere venuto a Salerno per compiere l'ennesimo capolavoro della sua carriera e non per cedere i big e far quadrare i conti senza imbattersi nella contestazione della piazza. E anche l'ambiente ha la sua fetta di colpe.

Perchè in estate c'era la solita caccia al gufo e alla vedova se si provava, per il bene della Salernitana, a far notare che la rosa fosse in gran parte inadeguata alla categoria, ricca di giocatori volenterosi ma con tanti limiti tecnici o di gente di qualità ma con la testa altrove. E ben venga siano stati ceduti o siano sul punto di andar via: Salerno merita professionisti che lottino per la maglia, che magari abbiano anche un pizzico di riconoscenza. Nessuno dei partenti sarà rimpianto, questo è sicuro. Come si può salvare un'annata ad oggi disastrosa? C'è tempo, per fortuna. Perchè la Salernitana al completo è almeno allo stesso livello di Verona, Empoli e Cagliari. A nostro avviso Lecce e Frosinone non saranno coinvolte nella lotta per non retrocedere. E' vero, la distanza che le separa dal terzultimo posto si è assottigliata e in panchina ci sono due tecnici noti per le partenze sprint e per i cali fisici nel girone di ritorno, ma giallorossi e gialloblu testimoniano quanto la testa conti più dei piedi. E lì una rosa forse anche inferiore alla Salernitana in tanti effettivi ha dimostrato di avere cuore, di combattere su tutti i palloni e di cercare gol e giocate anche quando il risultato appariva irrimediabilmente compromesso.

Si prenda esempio, insomma, senza cullarsi troppo sul successo di misura a Verona a cospetto di un avversario in grossa difficoltà societaria e che sta vendendo diversi pezzi pregiati. Iervolino ha ancora la possibilità di riconquistare la piazza e di meritare gli applausi a prescindere di chi appariva molto critico con la vecchia gestione porgendo invece oggi l'altra guancia. Non osiamo immaginare se Aliberti, Lombardi, Lotito, Cannella, Pavone o Fabiani avessero fatto un mercato del genere in estate, quante ne avrebbero scritte sul web. Se poi, al terzo anno di A, è normale presentarsi in casa della Juventus e in diretta tv nazionale con Daniliuc e Sambia adattati come mezzali gestendo Simy (quello fuori rosa fino a ottobre, un gol in due anni) per preservarlo in vista del campionato, allora alziamo bandiera bianca e rassegniamoci al fatto che, nell'epoca dei social, raccontare i fatti basandosi su dati oggettivi sia diventato utopistico e che vada di moda il personaggio di turno che fa la bandieruola e aizza la minoranza rumorosa con argomentazioni a tratti imbarazzanti. Ora c'è la gara di campionato e vorremmo vedere almeno uno spirito battagliero contro una squadra che, pochi mesi fa, è stata graziata ancora una volta (e non c'è da aggiungere altro, siamo in Italia!) e che ha infierito fino alla fine contro le riserve delle riserve e qualche ragazzino della Primavera. Speriamo in un Arechi trascinante come raramente si è visto quest'anno. Gli ultras sono ammirevoli per passione e attaccamento, ma allo stadio non c'è stato quasi mai quel clima-bolgia che può far vincere le partite. E sarà ancora più dura far valere il fattore campo se la proprietà del sinallagma anteporrà incassi avversari alla spinta dei locali. Anche su questo ci sarebbe tanto da dire. Intanto speriamo che Sabatini, "sacrificata" questa prima settimana con zero acquisti e una cessione, possa tirar fuori qualche asso dalla manica. Perchè siamo deboli ma le altre non corrono e -2 è gap colmabile. A patto che si vada sulle prime scelte e non sul Soppy o Adopo di turno...

Sezione: Editoriale / Data: Ven 05 gennaio 2024 alle 13:00
Autore: Maurizio Grillo
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