E' andata via la prima settimana senza campionati e, diciamo la verità, al netto del 3-0 di Monza e della sconfitta di Firenze sentiamo già tremendamente la mancanza della nostra squadra del cuore. Ci può far preoccupare, litigare, incazzare...ma la Salernitana è sempre la Salernitana. Una parte essenziale della nostra quotidianità, un qualcosa di famiglia che incarna valori quali aggregazione, senso d'appartenenza e identità. La pausa, però, permette anche di premere il tasto Rewind e di rivivere le innumerevoli emozioni di un 2022 indimenticabile e ricco di successi. A mente fredda possiamo renderci conto che trust e multiproprietà appartengono al passato, che c'è una società solida, che abbiamo tutti lottato per conseguire una salvezza che resterà nella storia, che Ribery ha detto addio al calcio giocato con la maglia granata addosso e sotto la curva Sud, che un calciatore è stato convocato nella nazionale italiana, che altri tre disputeranno i mondiali. E, ancora, che all'Arechi si è fermato il Milan futuro campione d'Italia, che siamo tornati vincitori da Roma e che abbiamo messo sotto la Juventus e battuto 2-1 la Fiorentina in uno stadio che la vinse da solo. Il +10 sulla zona retrocessione e il dodicesimo posto in A è tanta roba se ricordiamo cosa stavamo passando un anno fa di questi tempi, tra scoppole in casa, esoneri, generali in pensione che mortificavano l'eroe della promozione, un ds contestatissimo e il rischio di sparire dal professionismo. Sono passati meno di 12 mesi, non dimentichiamolo mai.

Certo, ciò non vuol dire sia tutto rose e fiori. Le parole di Chiancone certificano quanto abbiamo detto, ricevendo qualche critica sui social: altro che blindato, quel comunicato emesso martedì scorso lascia intendere che Nicola sia stato davvero ad un passo dall'esonero e che il rapporto con il ds sia tutt'altro che idilliaco. Che questa sosta possa consentire di creare una mentalità condivisa e di ristabilire il rispetto dei ruoli evitando che parlino tutti, di tutto e con proclami pericolosi e che cozzano con la realtà dei fatti. Senza promesse roboanti e dichiarazioni in ottica Europa, oggi tutti ci staremmo godendo un campionato positivo e avremmo archiviato la scoppola di Monza come il classico pomeriggio storto da dimenticare quanto prima. E invece c'è stata a tratti un po' di spavalderia in buona fede, frutto di inesperienza. "Dite alla Juve che possiamo rigiocarla altre dieci volte", "Il vero scontro diretto è contro la Fiorentina" e "Vincere a Roma sarà presto un'abitudine" sono frasi che, sul momento, galvanizzano i tifosi ma che rischiano di creare equivoci. A parlare siano gli uomini di campo e di calcio, quelli che magari hanno commesso mille errori ma che conoscono le insidie di questo mondo. Per il resto facciamo questo lungo e snervante conto alla rovescia sperando che il 4 gennaio venga quanto prima. Magari con Mazzocchi recuperato e 2-3 acquisti di livello già a disposizione. Perchè la salvezza sarà davvero alla portata se si supererà quel mese con il minor numero di danni possibile. Magari togliendoci lo sfizio di fermare all'Arechi l'attuale capolista.

Sezione: News / Data: Gio 24 novembre 2022 alle 23:00
Autore: Gaetano Ferraiuolo
vedi letture
Print