Per chi si stava abituando a vedere Dia in marcatura sugli esterni bassi avversari, Candreva terzino, Sepe in porta al posto di Ochoa nella partita decisiva di Verona, cambi tardivi e una squadra totalmente priva di idee e identità, sarebbe andato bene qualunque allenatore dopo l'esonero bis e definitivo di Davide Nicola. Ottimo motivatore, tra gli artefici della salvezza miracolosa della stagione 2021-22, ma ancora una volta in grossa difficoltà quando chiamato ad incidere dall'inizio. Semplici, Iachini, D'Aversa: erano tanti i nomi che circolavano all'indomani del ko di Verona, quando l'errore di Piatek a tu per tu con Montipò ha involontariamente favorito l'avvento di una nuova guida tecnica. Ma De Sanctis aveva le idee chiare già dopo il 5-0 di Reggio Emilia, campanello d'allarme colpevolmente rimasto inascoltato. Paulo Sousa è sempre stato nei pensieri del direttore sportivo che, con un autentico blitz, è riuscito a convincerlo ad accettare Salerno battendo sul tasto delle motivazioni e sulla consapevolezza potesse essere l'uomo giusto per risollevare l'umore di uno spogliatoio apatico e, soprattutto, per arrivare all'obiettivo giocando a calcio e non grazie alle estemporanee giocate dei singoli.

E il paragone tra Nicola e Paulo Sousa (non ce ne vogliano l'ex mister e chi incomprensibilmente lo rimpiange...forse a Bergamo, Reggio Emilia o in casa con Torino, Empoli, Lecce e Cremonese abbiamo visto altre partite) è veramente impietoso. In breve tempo il tecnico portoghese è riuscito a rivitalizzare la squadra, a rimettere i calciatori nelle posizioni congeniali alle loro caratteristiche, a spingere la Salernitana a chiudere con tre punte a San Siro o a sfiorare al 93' il colpaccio al Maradona. "E' un allenatore da progetto, ha bisogno di tempo e tempo non ne abbiamo" si leggeva sul web all'indomani dell'annuncio ufficiale, dicerie che Paulo Sousa ha saputo smentite sin dal primo tempo casalingo contro la Lazio. Quando, senza Mazzocchi, Ochoa, Dia e Gyomber, disputò un onorevolissimo primo tempo soccombendo per due errori individuali. Da quel momento in poi è partita la cavalcata vincente: 10 risultati utili consecutivi, pari con Milan, Inter e Napoli, 3-0 al Monza schiacciasassi di Palladino e analogo risultato contro il Sassuolo. E ancora il preziosissimo 1-1 di Torino, il pari con lo Spezia che permise di tenere a debita distanza i liguri, il 2-2 col Bologna che stava attraversando un momento di forma straordinario. L'1-0 con l'Atalanta, con tanto di secondo tempo di altissimo livello, fotografa il suo grande lavoro. Un allenatore che, pur convivendo con la spada di Damocle dell'obiettivo da raggiungere a tutti i costi, ha trasmesso idee, carattere, coraggio, determinazione, appartenenza, identità. Dimostrandosi stratega nelle sostituzioni, nella tattica di principio e individuale, nel rapporto con quella tifoseria che ha saputo coinvolgere da subito, pensando addirittura a cinque bambini della curva come raccattapalle d'eccezione per un allenamento. Toccherà ora alla proprietà tenerselo stretto senza smantellare la rosa, perchè partendo dall'inizio con l'attuale ossatura si può davvero provare ad aprire un ciclo importante. Dopo Verona, per gli errori di Nicola, si stava rischiando di retrocedere. Oggi, invece, Salerno si gode un grande allenatore. Uno sempre autocritico, obiettivo ed equilibrato che non parla di filosofia nè mostra soddisfazione o parla di divertimento anche quando perde nettamente.

Sezione: News / Data: Lun 29 maggio 2023 alle 23:00
Autore: Gaetano Ferraiuolo
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