Che il Covid abbia stravolto le abitudini di tutta la popolazione mondiale è fuori discussione. Inevitabilmente anche il calcio non è esente da rischi e cambiamenti repentini che rischiano di generare caos se le società non fossero in grado di organizzarsi nel migliore dei modi adeguandosi a rigidi protocolli. Oggi è praticamente un'impresa preparare la gara della settimana successiva: basta un tesserato positivo, dall'una o dall'altra parte, per gettare nel secchio tutto il lavoro svolto fino a quel momento e ripartire da zero apportando correttivi efficaci in pochissimo tempo. La Salernitana, in teoria, sabato prossimo dovrebbe giocare in casa contro la Reggiana, ma gli amaranto hanno una rosa falcidiata dal Covid e già ieri non sono scesi in campo contro il Cittadella. La regola dice che, con 12 calciatori più un portiere a disposizione, bisogna scendere in campo. La formazione di Alvini dovrebbe conoscere l'esito definitivo del nuovo ciclo di tamponi soltanto giovedì e, quindi, è praticamente impossibilitata ad allenarsi se non aggregando alla prima squadra quasi tutti i giovani della Primavera. E' un campionato falsato, certamente, ma andava messo in preventivo. La Lega B aspetterà fino a venerdì, prima di fare il punto della situazione anche con le autorità sanitarie competenti. Salernitana-Reggiana, dunque, è al momento una delle gare a rischio. Si giocasse, ci sarebbe di nuovo un Arechi completamente vuoto. Il nuovo DPCM ha vietato ai tifosi di assistere alle partite seppur in numero ridottissimo rispetto alla capienza degli impianti sportivi. E' questo "apri e chiudi" che sta mandando in confusione la popolazione, desiderosa di vivere in modo più normale possibile nel pieno rispetto delle regole. Che rischio può mai esserci con 500 o mille persone sparpagliate in uno stadio da 40mila posti, con mascherina, distanziamento e misurazione della temperatura? 

Sezione: News / Data: Dom 25 ottobre 2020 alle 16:00
Autore: Gaetano Ferraiuolo
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