Salernitana, la riflessione sul modulo. Il 4-2-3-1 può essere il sistema di gioco perfetto

A breve si giocherà ogni tre giorni, le gare saranno sempre più ravvicinate e non c'è sempre tempo per lavorare al meglio dal punto di vista tattico. Tuttavia mister Nicola ha dimostrato nella sua carriera, compreso a Salerno, di non essere affatto un integralista e di saper adattare il sistema di gioco alle caratteristiche dei calciatori in organico. L'arrivo di Candreva e la contestuale riconferma di Mazzocchi impongono scelte che consentano di sfruttare al meglio le potenzialità di due elementi che, sulla destra, possono risultare devastanti anche a cospetto delle big del campionato. E così, pur senza stravolgere quanto fatto in questi due mesi di lavoro (per lo più con gente che non farà parte della rosa, in verità), Nicola dovrà decidere: adattare ancora Mazzocchi a sinistra (laddove c'è anche Bradaric, quasi pienamente recuperato) o apportare delle correzioni? La seconda ipotesi sembrerebbe la più attuabile, occhio dunque al 4-2-3-1 che pare perfetto per le potenzialità di questo organico. Proviamo a immaginare l'undici base con tutti a disposizione. Mazzocchi e Bradaric, come detto, sarebbero le garanzie sulle fasce. I centrali potrebbero essere Gyomber e Fazio che, causa età, sarà gestito in alternanza con Bronn e Radovanovic in attesa che Lovato sia arruolabile. Due le dighe davanti la difesa: qualità con Maggiore, interdizione e muscoli con Lassana sperando che Bohinen sia presto convocabile. Vilhena sarebbe libero di muoversi da sottopunta, Candreva avrebbe meno spazio da coprire in fase di non possesso e sarebbe un'autentica spina nel fianco per tutte le difese della A, sull'out opposto Kastanos ha già mostrato di saperci fare e Nicola sta riscoprendo un Valencia acerbo, ma con piedi buoni, rapidità ed estro nell'uno contro uno. Dia sarebbe il principale riferimento offensivo, con Botheim alter ego e Bonazzoli che, in questo scacchiere tattico, sarebbe un autentico jolly impiegabile praticamente ovunque.