Stagione nuova, ma protocolli e silenzio sugli spalti saranno vecchi. Domani l'Arechi riaprirà al calcio, sempre senza pubblico, cinquantasei giorni dopo l'ultima - e dolorosa - apparizione della Salernitana che perse partita e playoff contro lo Spezia. Niente tifosi per ora nel Principe degli Stadi, neppure i mille che in altre regioni (Emilia Romagna, Lombardia, Abruzzo) potranno accedere nuovamente ai gradoni. Questione di ordinanze. In Campania resta tutto fermo. In giornata potrebbero esserci novità: in caso di parziale apertura, la Salernitana valuterebbe l'idea di invitare allo stadio bambini o ospiti del Ruggi. Non è annunciata presenza all'esterno per manifestare il dissenso da parte dei gruppi della Curva Sud o della tifoseria organizzata, che viaggiano sulla linea dell'indifferenza rispetto al dato tecnico. Due settimane fa ci fu l'intrusione all'Arechi e il simbolico lancio dei palloni in campo, con annesso invito nero su bianco a Lotito a passare la mano, durante l'amichevole contro la Virtus Francavilla. Col passare del tempo, le iniziative potrebbero essere diverse e con bersagli... federali. Un po' per il mancato rinnovo fisico del gemellaggio con gli ultras reggini, un po' per la contestazione e la rabbia nei confronti di (multi)proprietà e management, la piazza vivrà con tristezza e distacco la prima di campionato.

LO SCENARIO La prossima settimana potrebbe esserci un ulteriore incontro tra le varie anime della tifoseria, un secondo atto della riunione organizzata dal Centro di Coordinamento Salernitana Clubs dieci giorni fa al Centro Sociale di Salerno. Entro quindici giorni, inoltre, i supporters sperano di ottenere un incontro con il governatore Vincenzo De Luca. La richiesta alle istituzioni regionali - proprio De Luca era sindaco di Salerno nel 2011, al tempo dell'insediamento di Lotito e Mezzaroma al vertice della società - sarà di intercedere presso gli organi competenti per perorare la causa del «no alla multiproprietà». La rappresentanza di tifosi verrà fuori dal prossimo incontro tra le varie correnti sia di club organizzati che di ultras. L'obiettivo, insomma, è ben diverso dall'ottenere un'ordinanza che possa consentire alla Salernitana di aprire le porte dell'Arechi a mille persone, come potranno invece fare Cremonese e Pescara, che hanno indetto pure una mini prevendita per le partite rispettivamente contro Cittadella e Chievo. Mauro Balata, presidente della Lega Serie B, batte comunque su questo tasto. Ieri ha chiesto di "riservare un trattamento di salvaguardia per i tifosi, che sono il patrimonio del calcio, e per quei campionati come la Serie B che ne sono l'espressione più autentica. In un periodo in cui gli italiani hanno bisogno di punti di collegamento, il calcio può diventare uno strumento importante, rispettando ovviamente i crismi della sicurezza come fatto anche altrove in Europa. Per questo deve essere chiaro, nelle decisioni che verranno prese nelle prossime ore, che non ci debba essere alcuna discriminazione nel calcio italiano, con criteri trasparenti e che evitino il pericolo di lontananza e quindi di abbandono dei tifosi".

A Salerno il rischio è concreto e il Covid c'entra ben poco. Dagli assembramenti in mascherina per scortare - quasi bloccare - il pullman sociale all'arrivo, al gelo del 90' di Salernitana-Spezia che non è scomparso. Anzi, si è accentuato. Risale al 31 luglio anche l'ultima dichiarazione di un tesserato granata, l'ex tecnico Ventura, in conferenza stampa. L'allenatore parlò a fine partita in videocall e altrettanto farà Castori dopo il match con la Reggina e fin quando non muterà il protocollo, che è lo stesso della ripresa post-lockdown della scorsa stagione. Sarà la prima «chiacchierata» per il trainer marchigiano da quando è tornato a Salerno: dopo aver annullato la sua presentazione oltre un mese fa, il club non ha più ritenuto opportuno dargli parola, neppure per la conferenza prepartita.

Sezione: News / Data: Ven 25 settembre 2020 alle 21:30
Autore: TS Redazione
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