Delle tante chiacchiere che stanno riempendo pagine facebook (sempre la solita, in verità) e che stanno strumentalizzando la frase in un buona fede di un collega trasformandola nell'ennesima occasione per seminare zizzania e far perdere credibilità ad una categoria che dovrebbe pensare a fare informazione e non guerra intestina, c'è una cosa sola sulla quale siamo d'accordo: ci sono le veline che leggono notizie dettate da altri perchè non hanno fonti e vivono della popolarità altrui, ci sono i giornalisti che vanno sui posti e aggiornano di continuo i lettori documentando quanto affermano anche a costo di prendersi delle responsabilità o risultare impopolari. Gente che meriterebbe rispetto, quantomeno perchè ci mette la faccia e non cavalca l'onda per uno spettatore in più. Ciò detto, eravamo tra i pochissimi presenti al ritiro di Sarnano e le testate in loco rimarcarono più volte l'ottimo lavoro svolto da Fabrizio Castori e dal suo staff rischiando commenti negativi di chi, all'epoca, lo accolse nel modo peggiore. Nel titolo abbiamo parlato di miracolo e forse siamo stati esagerati, ma un allenatore che arriva a Salerno dopo due retrocessioni, in un contesto ambientale difficilissimo, tra la diffidenza di tutti e che parte per il ritiro con un manipolo di giovani e pochissimi titolari e riesce a trasmettere questa mentalità in pochi mesi va soltanto rispettato ed applaudito.

Potrà sbagliare una partita, qualche sostituzione, ma stiamo vedendo una persona molto diversa rispetto a quella che, anni fa, pagò il prezzo di un avvio di stagione troppo esaltante rispetto alla qualità della rosa a disposizione. La speranza è che non accada la stessa cosa oggi, con l'allenatore che ha comunque perso - rispetto al suo predecessore- gente di qualità come Jaroszynski, Maistro, Kiyine e Akpa Akpro che poteva fare la differenza e che non sempre è stata adeguatamente sostituita. E' stato lui a sovvertire le gerarchie tra i pali (per fortuna), lui a pretendere Gyomber per Migliorini, lui a insistere per Tutino in virtù degli ottimi rapporti con il direttore sportivo del Napoli Giuntoli. E dire che la sua Salernitana è soltanto "corsa, carattere e cattiveria agonistica" significa sminuire il suo lavoro. Certo, non è calcio champagne (ma chi lo pratica, in B?) e senza un mediano di qualità che detti i tempi si fa fatica, ma la Salernitana di Castori segna quasi sempre, ha disputato ottimi secondi tempi contro Pisa, Ascoli, Vicenza e Chievo, avrebbe meritato il gol nella ripresa con la Spal e ha rimontato con la Cremonese facendo leva sulla lettura della partita. Altro limite di qualche collega in passato.

Lo documentammo, assieme agli altri colleghi sul posto, sin dall'estate. Castori ha inteso costruire la mentalità giusta sin dal primo torello, chiedendo a tutti di non tirare mai indietro la gamba "altrimenti con me non giocate". Nessuno ha il posto assicurato, la formazione viene detta un'ora e mezza prima, anche nella comunicazione vediamo un mister diverso da quello che avevamo conosciuto e che, ora, deve essere accontentato nelle eventuali e legittime richieste di mercato. Guai a pensare che questa Salernitana sia già da primo posto o a cantare "la capolista se ne va". Altri sono stati attrezzati meglio, anche grazie al paracadute, e in ritiro hanno lavorato con un gruppo omogeneo e non con tanti elementi pronti a partire. Castori si sta rivelando, però, un valore aggiunto e si è divincolato con bravura tra mille difficoltà. Con un merito preciso: tapparsi le orecchie rispetto a tante chiacchiere. Perchè mentre le veline parlavano di laccetti del Trapani e del caso Merino, i giornalisti riportavano il meticoloso lavoro sul campo. Quando ogni minimo errore era strumento per fermarsi a lavorare mezz'ora in più fino a quando le cose non miglioravano. I risultati, ad oggi, gli danno ragione. 

Sezione: News / Data: Gio 26 novembre 2020 alle 18:00
Autore: Gaetano Ferraiuolo
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