Stato il tabù primo tempo nel match vinto col Mantova all’Arechi, la Salernitana, brava a voltare subito pagina dopo la sconfitta rimediata sul campo dello Spezia, arriva col morale alto agli ultimi appuntamenti, che si riveleranno decisivi per le sorti del club granata. Il team dell’ippocampo è atteso da due trasferte di fila, in casa di due dirette concorrenti nella corsa salvezza. Consapevole dei limiti palesati dalla squadra nelle gare esterne nel corso della stagione, mister Marino sta cercando di trasmettere serenità alla truppa.

“In casa o fuori non cambia nulla, dobbiamo proporre il nostro gioco” aveva detto prima del match al Picco, cercando di non puntare troppo l’attenzione sul digiuno di vittorie in trasferta che dura da inizio ottobre, meglio non pensare troppo nemmeno alle 11 sconfitte esterne rimediate in corso d’opera e badare al sodo.

A Genova, in casa della Sampdoria, la Salernitana non può perdere e non può permettersi il lusso di fare calcoli. E’ una finale e, di conseguenza, va affrontata non solo con gli uomini migliori, non solo con i più navigati (quelli a cui non tremano le gambe nei momenti “caldi”) ma anche quelli più pronti dal punto di vista fisico e mentale.

Il salvataggio di Ruggeri su Mensah è stato festeggiato dai compagni e dalla panchina come un gesto di primissima qualità perchè è la testimonianza che anche uno dei più giovani si è calato finalmente nella parte, come sono stati bravissimi a fare prima di lui Corazza, Zuccon e, ovviamente, Amatucci. Ritrovata la solidità difensiva, che ha permesso a Christensen di chiudere per la quinta volta senza reti al passivo, la Salernitana è pronta per la battaglia del Ferraris, dove bisognerà rispondere colpo su colpo, senza cedere metri, senza calare d’intensità. Per questo, oltre agli undici di partenza, che dovrebbero essere gli stessi impiegati col Mantova, sarà determinante l’approccio (e l’apporto) dei subentranti.

Sezione: Primo Piano / Data: Gio 08 maggio 2025 alle 23:00
Autore: Gaetano Ferraiuolo
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