L'ex attaccante della Salernitana Diego Valencia, in una recente intervista rilasciata al podcast di Mauro Castro ha parlato degli ultimi turbolenti mesi in granata: "Quando sono tornato dal prestito dalla Grecia, avevo ancora lo stesso contratto di quando il club mi aveva acquistato, senza alcuna clausola che stabilisse che in caso di retrocessione, le mie condizioni sarebbero cambiate. Al ritorno dal prestito, il mio stipendio era alto per la Serie B. Con l'avvicinarsi del calciomercato, nessuno mi ha mai detto che dovevo andarmene. Giocavo ogni minuto, ero felice e, a due giorni dalla fine del calciomercato, il direttore sportivo, dopo una partita in cui avevo giocato bene, mi ha chiamato e mi ha detto che la cosa migliore per la mia carriera era lasciare il club, perché il mio stipendio sarebbe stato insostenibile per tutto l'anno.

La partita successiva alla chiusura del mercato, non fui nemmeno convocato, nonostante fossi partito titolare nelle partite precedenti. Mi avvicinai all'allenatore e lui mi disse che il direttore sportivo gli aveva chiesto di non convocarmi perché non avevo voluto seguire i suoi ordini. Nelle prime settimane mi sono allenato normalmente con gli altri, ma poi mi hanno escluso dalla squadra. Mi sono allenato su un altro campo e le cose sono andate sempre peggio. La società ha cercato di farmi pressione affinché mi dimettessi, così non avrei ricevuto un centesimo. A ottobre, con tutti i mercati chiusi, ero imprigionato in Italia. Non potevo allenarmi né giocare con la squadra e le cose sono andate sempre peggio. Hanno cambiato il mio programma di allenamento.

A volte arrivavo e non mi permettevano di entrare nella società sportiva. Lo facevano solo per molestarmi. A ottobre hanno smesso di pagarmi lo stipendio. Non ho guadagnato un centesimo negli ultimi tre mesi che ero lì. Ho avviato una causa legale quando hanno smesso di pagarmi, ma ci sarebbe voluto molto tempo e a dicembre e gennaio non mi hanno più fatto rientrare nel club. È stato un periodo difficile. Avendo una causa in corso contro il club, era difficile cambiare squadra, quindi a febbraio ho dovuto prendere la decisione di ritirare la causa, arrendermi all'ingiustizia e tornare al Católica. I giornalisti qui in Cile hanno detto molte cose non vere, i giornalisti italiani hanno sbagliato in molti dei servizi che hanno fatto, ma non ho mai voluto parlare, perché sentivo che avrebbe solo dato importanza alla questione, così avrebbero continuato a parlare di qualcosa che mi dava fastidio".

Sezione: Primo Piano / Data: Mer 17 settembre 2025 alle 11:00
Autore: Lorenzo Portanova
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