Domenica sera ci siamo emozionati. Sensazioni che non provavamo da tempo, nemmeno quando quella squallida Salernitana versione 2024-25 vinceva le ultime gare casalinghe alimentando le speranze salvezza prima del papocchio della FIGC e del decreto salva-Samp. Il boato liberatorio non nasce soltanto dalla vittoria, dall'estemporaneo primato o dal rigore parato da Donnarumma al 90', quanto dal fatto che finalmente abbiamo visto un gruppo che sudava la maglia e che ha esultato come se fosse già la vittoria della svolta.

Certo, quando si vince e si è appena agli inizi sono tutti belli, biondi e con gli occhi azzurri e Raffaele dovrà essere bravo a gestire l'abbondanza soprattutto nei momenti di difficoltà, ma percepire l'ammirazione dei calciatori per la tifoseria e avere la consapevolezza che ciascuno spettatore ha contributo al conseguimento del risultato è stato un qualcosa di bellissimo.

12444 spettatori, di cui 5300 abbonati. Una curva Sud sold out, distinti e tribuna che cantavano e incitavano come non si vedeva da tempo, qualche lacrima di gioia e un coro incessante soprattutto dopo l'1-1 che ha consentito alla Salernitana di mettere la freccia del sorpasso. Una risposta a qualche stolto che, sul web, immaginava davvero che negli anni scorsi l'Arechi fosse pieno per l'arrivo delle big: idiozia senza precedenti. Perchè Salerno ha garantito il medesimo numero di spettatori in D, senza cavalluccio e nel big match con il...Monterotondo! 

Nell'aria si respirava la voglia di rivincita dopo quanto di vergognoso accaduto tra maggio e giugno, con una società che sbagliò tutto quello che poteva sbagliare, un ds e tanti allenatori che commisero errori a ripetizione e lo stravolgimento delle regole per aiutare chi oggi è ultimo in classifica a 0 punti e difficilmente potrà essere ripreso per i capelli. E ci sia consentito di esultare quando la Samp perde: tante cose non si dimeniticano, quel senso di impotenza e frustrazione misto ad arbitraggi sfavorevoli, partite sospese e normative interpretate a piacimento.

A tal proposito, per non riaprire vecchie ferite o concedere alibi, chiediamo soltanto a Gravina di dispiacersi...in silenzio. Abbiamo letto le sue parole, quell'auspicio di una pronta risalita in B e la rassicurazione su regole rispettate (quali?) . Ci risparmi questi sermoni, la Salernitana è stata la vittima calcistica di un qualcosa che ha sdegnato l'Italia calcistica e che ha avuto nell'arbitraggio di Doveri il degno epilogo.

Ma torniamo all'attualità chiudendo con una riflessione: a nostro avviso Iervolino ha perso un'altra occasione sprecando un assist a porta vuota. Curva piena, boom abbonamenti, nessuna contestazione, nessun coro contro, nessuno striscione ostile, un tifo incessante, eppure non ha avvertito l'esigenza di andare sotto la Sud quantomeno per dire grazie. Per metterci la faccia, per lanciare un segnale per la serie "ho sbagliato, abbiamo sbagliato, ma ripartiamo tutti insieme riprendendoci la B". Se nemmeno davanti alla più grande manifestazione d'amore della storia del calcio salernitano si ha voglia di abbracciare idealmente la piazza ci chiediamo come possano risultare credibili le parole d'amore espresse al solito giornale evitando il confronto con la stampa locale

Salerno, con una ferita profondissima e il sogno serie  A infrantosi nel peggiore dei modi, aveva aperto le porte e teso la mano lasciando intendere che la voglia di lottare per tornare in B contasse più del rancore assolutamente legittimo per un passato recente che parla del biennio peggiore della storia e di un numero incredibile di promesse non mantenute. Iervolino capisca (o dimostri di aver capito) che a questo popolo basta poco per ritrovare entusiasmo e che, in fondo, la rabbia deriva dal fatto che gli si riconoscevano potenzialità sconosciute a tutte i suoi predecessori. E allora, anche a costo di mettere in preventivo qualche fischio, accetti questo umile consiglio: guardi quella curva, veda i video in cui tanta gente spinge e canta  con amore smisurato, ricordi quanta sofferenza sportiva la sua società ha arrecato a questo popolo e passi dall'indifferenza al sinallagma. Con i fatti, non con le poesie.

Sezione: Editoriale / Data: Mer 17 settembre 2025 alle 00:00
Autore: Gaetano Ferraiuolo
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