La Salernitana si trova davanti a un bivio decisivo. Mentre la piazza granata manifesta una crescente impazienza - comprensibile dopo due anni fallimentari - la società ha l'opportunità di dimostrare concretamente la propria ambizione sportiva.

Il lavoro del direttore sportivo ha ricevuto riconoscimenti unanimi per professionalità e competenza. Una figura di spessore che rappresenta un asset importante per il club. Tuttavia, emerge una contraddizione che merita attenzione: come si concilia l'apprezzamento per il lavoro tecnico con una strategia di mercato che sembra ancora ancorata a logiche perdenti già sperimentate in passato?

La questione degli investimenti: numeri alla mano

I fatti parlano chiaro. La campagna acquisti estiva ha privilegiato operazioni a parametro zero e prestiti, una strategia comprensibile dal punto di vista economico ma che solleva interrogativi quando si confronta con le richieste tecniche.

Mister Raffaele ha indicato con precisione chirurgica i profili necessari per completare la rosa. Parliamo di investimenti che si aggirano attorno alle centinaia di migliaia di euro, non certo cifre proibitive per una società professionistica. Investimenti mirati che potrebbero fare la differenza tra una stagione di sofferenza e una di crescita.

Il paradosso Salernitana: quando l'economia incontra l'ambizione

Emerge un paradosso tutto salernitano: si è costruita una struttura tecnica di qualità, si è individuato un allenatore di categoria, si sono creati i presupposti per un progetto serio, ma poi ci si ferma davanti a investimenti tutto sommato contenuti.

È come avere un'automobile perfettamente messa a punto ma rinunciare al carburante necessario per farla correre al meglio delle sue possibilità.

L'attesa della piazza: un patrimonio da non disperdere

Il tifo salernitano rappresenta un valore aggiunto che poche società possono vantare. La passione granata è riconosciuta ovunque, ma la pazienza non è infinita. I supporters chiedono coerenza tra le dichiarazioni d'intenti e i fatti concreti.

Non si tratta di pretendere investimenti faraonici, ma di completare un puzzle già ben impostato con i tasselli mancanti che, economicamente, non rappresenterebbero uno sforzo insostenibile.

Il calcio insegna che i rimpianti sono il lusso più costoso che una società possa permettersi. Le opportunità, quando si presentano con condizioni favorevoli come quelle attuali, meritano di essere valutate con la dovuta attenzione.

L'appello: coerenza e coraggio

La strada è tracciata, gli obiettivi sono chiari, i costi contenuti. La società deve decidere se percorrerla fino in fondo o continuare a temporeggiare creando le premesse dell’ennesimo fallimento sportivo. I tifosi granata aspettano una risposta urgente che arrivi dai fatti, non dalle parole e sperano che gli artefici di due retrocessioni indecorose abbiano imparato qualcosa.

Il tempo delle decisioni è adesso. Domani sarebbe troppo tardi per trasformare una stagione di purgatorio in un'annata di rinascita.

“Tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare” - ma stavolta basterebbero poche bracciate per raggiungere la riva.

Nel frattempo i supporter granata hanno imparato la lezione: gli abbonamenti si rinnovano quando le promesse si trasformano in realtà. "Fidarsi è bene, vedere prima il cammello è meglio".

Sezione: Primo Piano / Data: Mar 12 agosto 2025 alle 12:00
Autore: Giovanni Santaniello
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