Punto guadagnato o due punti persi? Il classico e proverbiale discorso del bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto. Da qualunque lato la si guardi, c'è una certezza dalla quale ripartire: la Salernitana andrà alla sosta fuori dalla zona retrocessione e potrà andare a Milano in serenità e senza l'acqua alla gola, complice lo scivolone ormai compromettente della Cremonese e il solo punto in tre partite conquistato dal Verona che dista 7 lunghezze. Dicevamo in apertura del pareggio di Genova. E' senza dubbio importantissimo aver ritrovato una squadra agonisticamente cattiva, che lotta su tutti i palloni, che - se necessario - va a muso duro con l'avversario senza tirare indietro la gamba. Non ce ne voglia nessuno e ci perdonerete la dietrologia, ma forse la Salernitana targata Nicola sarebbe tornata a casa con le ossa rotte visto che, da tempo, si vedeva un gruppo demotivato, scarico e che avrebbe sofferto tantissimo contro i ragazzi terribili di Stankovic. Gente magari anche modesta tecnicamente, ma che vende cara la pelle come testimoniano i pareggi interni contro Juve, Lazio e Inter e alcune prestazioni generosissime e di qualità in campo esterno.

Lo 0-0, con secondo clean sheet di fila e almeno tre occasioni importanti per passare in vantaggio, ce lo prendiamo e ce lo teniamo stretto, certi che la mano di Sousa si veda già e che si stia migliorando anche sul piano atletico. Consentiteci una menzione per Gyomber, dipinto da tanti come "brutto anatroccolo" ma meraviglioso "cigno" che giganteggia anche in serie A dimostrando che professionalità, attaccamento alla maglia e umiltà sono doti che fanno sempre la differenza, a tutti i livelli.  C'è però anche il rovescio della medaglia che ci porta ad archiviare il pari di Marassi con un pizzico di amaro in bocca. Dopo il primo tempo gagliardo con la Lazio e il 3-0 sul Monza all'Arechi ci aspettavamo una formazione leggermente più propositiva e che approfittasse dei limiti della Samp e delle tante assenze nell'undici titolari. Una volta uscito Sabiri i blucerchiati erano davvero modesti e prevedibili, evidentemente Sousa - con intelligenza - ha ritenuto che questa squadra convalescente non fosse pronta per una gara autorevole dal primo al novantesimo e ha badato al sodo, "tradito" anche dai subentranti che certo non hanno brillato.

Da Maggiore, ad esempio, ci aspettiamo di più. Ok gli infortuni, ma l'ex bandiera dello Spezia non ha mai convinto appieno, nemmeno quando era al 100%. Riflessione finale sul direttore sportivo, spesso nel mirino della critica e non risparmiato nemmeno dal sottoscritto quando necessario. Grazie all'avvento di un allenatore meritocratico e di caratura internazionale stiamo vedendo all'opera, con buoni risultati, calciatori che nel vecchio corso sembravano inadeguati. Ora, invece, Pirola, Daniliuc, lo stesso Bronn e Sambia sono più pronti. Dia e Candreva sono garanzie, Piatek fa un lavoro "alla Djuric" preziosissimo e Ochoa, Crnjgoi e Nicolussi Caviglia (al netto del calo post serataccia con la Juve) hanno dato buone risposte sul campo. Lasciamo lavorare un ds giovane, alla sua prima esperienza, capace di piazzare altrove 23 elementi in esubero da anni e che si trova ad operare con una società totalmente inesperta che, se lo avesse ascoltato di più (Nicola, Bonazzoli), forse avrebbe anche risparmiato parte dei 40 milioni spesi in estate.

Sezione: Editoriale / Data: Ven 10 marzo 2023 alle 00:01
Autore: Maurizio Grillo
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