Un'altra settimana bollente, come ormai siamo abituati a vivere da dopo la promozione in Serie A. Tra le vicende societarie (e quello sarà un capitolo a parte del quale parlerò tra qualche mese, essendo in ordine cronologico, "il meno urgente") e il disastro in campo, non si è ancora riusciti a vivere una settimana con il sorriso a 36 denti, o 32 se preferite. La sconfitta di domenica contro il Sassuolo è stata forse la goccia che ha fatto traboccare il vaso perché, nonostante una crescita a livello tecnico e tattico e una squadra rinforzata nel reparto dove era carente (l'attacco), la classifica parla di un solo punto in sei partite. Situazione, questa, che non è più ammissibile, soprattutto in virtù del fatto che la squadra - seppur senza spese esose - ha i mezzi per arrivare alla salvezza in fondo all'anno, indipendentemente poi dal mercato di gennaio: ma già così sarebbe competitiva per battagliare con le unghie e con i denti al fine di raggiungere l'obiettivo prefissato.  Probabilmente il problema è più mentale che tecnico, ma la rotta va invertita quanto prima, perché più si allarga il gap più diventa ostico colmarlo? Che fare quindi? La soluzione più immediata appare quella del ribaltone in panchina. Mister Fabrizio Castori ora è a serio a rischio e la sfida contro il Genoa potrebbe essere quella decisiva: stavolta davvero. Si fa già il nome di Davide Nicola per il post.

Niente, ovviamente, contro un professionista come Nicola, ma facciamo un passo indietro: perché, nella classica logica tutta italiana, deve pagare sempre e solo l'allenatore? Probabilmente perché è uno contro tutti, probabilmente perché, essendo uno, è più facile da allontanare.
Ma quando le cose non vanno c'è sempre un concorso di colpa, e inizio a esser stufa di vedere ogni volta messo in discussione colui che siede in panchina, specie quando dei miglioramenti si vedono, a dimostrazione della bontà del lavoro che c'è dietro. Certo, ho detto che se il gap con le concorrenti si allargasse ulteriormente sarebbe ancora più ostico raggiungere la salvezza. Ma si potrebbero comunque battere anche altre soluzioni, come a esempio una più dettagliata analisi di giocatori e spogliatoio: non voglio dire che all'interno dello stesso ci siano problemi, ma che ogni tanto, caricare di qualche responsabilità in più i giocatori, non sarebbe cosa sbagliata. Come non sarebbe sbagliato che anche la dirigenza si faccia un piccolo esamino dentro per capire se effettivamente sta dirigendo il tutto per come richiede la Serie A. Se insomma, anche il "marionettista" sta muovendo i fili nel giusto verso. Perché è sempre troppo facile buttare la croce su un solo volto. Molto più difficile è fare un'accurata analisi globale.
Ora però davvero necessaria. 

Sezione: Editoriale / Data: Mer 29 settembre 2021 alle 00:00
Autore: TS Redazione
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