"C'eravamo tanto amati". La citazione del celeberrimo film di Vittorio Gassman sembra perfetta per sintetizzare il sodalizio tra Iervolino e Sabatini che in settimana si è clamorosamente rotto raggelando la piazza di Salerno che, mai come quest'anno, si sarebbe attesa un'estate serena. In città non si fa che parlare d'altro, dato che quello tra il patron e il direttore sportivo era iniziato come un vero e proprio idillio e nulla lasciava presagire una fine così improvvisa. 

Eppure, a chi è nell'ambiente, non è parso un discidio così difficilmente preventivabile, date le voci circolanti da mesi di un progressivo logoramento dei rapporti tra le due parti, dovute principalmente ad inconciliabili visioni di mercato. Il pomo della discordia sarebbe stato, secondo le ricostruzioni, le commissioni garantite da Sabatini agli agenti di mercato, considerate troppo esose dal patron, oltre ad alcuni contrasti in sede di calciomercato (vedasi la questione Cavani). Senza voler entrare nel merito della scelta e professando la massima fiducia in un presidente che ha letteralmente salvato il club e la sua storia dall'abisso, occorrono delle doverose riflessioni. Assolutamente lodevole, sacrosanta e condivisibile la crociata iniziata da Iervolino contro il mondo sommerso delle commissioni ai procuratori, indicate dai più come uno degli annosi problemi dal calcio moderno, e dimostra ancora una volta la ferma volontà del patron di operare una vera e propria rivoluzione nel mondo del calcio. Tuttavia, si sa, le rivoluzioni non possono essere fatte "da soli", altrimenti sono destinate a fallire. Senza l'appoggio delle istituzioni calcistiche, quella di Iervolino rischia di diventare una battaglia contro i mulini a vento. Quella delle commissioni agli agenti è una consuetudine ormai consolidata da decenni nel mondo del calcio, non certo un'invenzione di Sabatini, e considerando con cinico realismo il mondo pallonaro odierno, essa rappresenta a tutti gli effetti un "male necessario". Gli agenti rappresentano dei veri catalizzatori del mercato e Sabatini, da esperto e scaltro uomo di calcio, ne è assolutamente consapevole. 

Tuttavia che quella di limitare lo strapotere degli agenti sia un'esigenza condivisa dagli addetti ai lavori e che Iervolino abbia toccato un nervo scoperto è del tutto evidente. Non è un caso che tra i punti salienti del progetto della SuperLega, ideato da top club mondiali come Juventus, Real Madrid e Barcellona, ci sia proprio quello relativo all'abbattimento dei costi degli intermediari di mercato. Una presa di posizione forte e netta non solo e non tanto nei confronti dei procuratori, ma soprattutto nei riguardi dell'UEFA e delle istituzioni calcistiche, miopi di fronte a un simile sistema. 

Anche in questo Iervolino si è dimostrato tra i precursori ed è deciso a portare la questione sui tavoli più prestigiosi. Un merito lodevole da parte di un presidente pieno di idee, ma che, per sua stessa ammissione, è pur sempre un neofita del calcio e dovrà sapersi affiancare adesso di un altro uomo mercato esperto e scafato. 

Sezione: Editoriale / Data: Dom 05 giugno 2022 alle 00:00
Autore: Valerio Vicinanza
vedi letture
Print