Il teatrino, parte seconda, ha preso il via. Come la più stucchevole delle serie tv, prolungata senza senso, la questione societaria - che aveva tenuto banco in estate, tenendo un'intera città con il fiato sospeso - ha ripreso il suo cammino, perché la deadline è scaduta e ora la soluzione, definitiva, va trovata. Recentemente, ho concluso la visione della serie Netflix "La casa di carta", che nel quinto capitolo mi aveva lasciata un po' perplessa: lungaggine eccessiva, ma colpo di scena. Niente spoiler, potete andare avanti, ma il finale è stato a mio avviso di livello: una geniale trovata dei produttori, che in extremis, a registrazione già iniziata, hanno trovato l'idoneo finale che ha risollevato una bella serie tv che si era a tratti persa per strada. L'augurio è che ci sia un bel finale anche per la Salernitana. Cinema a parte (emerge ogni tanto la mia laurea in Storia e Critica del Cinema, mi perdonerete), non è certo la querelle societaria che mi ha colpito in questo fine settimana, né il terremoto che ne può nascere. Ripeto, trovo il tutto molto irritante, per la piega quasi ludica che i protagonisti ne stanno dando: ci sarà tempo per affrontarlo.

Sono rimasta semmai colpita dalle parole del Ds Angelo Fabiani. "Oggi la Salernitana è una realtà consolidata in Serie B. Adesso sta facendo un passaggio in A. Chi non mette in preventivo un’eventuale retrocessione è un folle. Certo, prima che accada, in campo dobbiamo perdere fino all’ultima goccia di sangue. Ma, se cadremo, cadremo in piedi, con giocatori di proprietà: Simy, i due Coulibaly…", queste sue recenti dichiarazioni. I numeri sono impietosi, e si sarebbe folli nel non riconoscerlo, come si sarebbe folli nel dire che la salvezza è scontata: il girone di andata è stato buttato al vento... ma la salvezza è possibile, lo dice la matematica. Che folle non è, è una scienza esatta. I numeri, che non sono la mia passione e mi confondono spesso, raccontano però la verità. Dichiarazioni come quelle del Direttore sono macigni. Perché le parole pesano, e parlare di "realtà consolidata in B" e "passaggio in A" lancia un messaggio negativo: quello della resa anticipata, che neppure il "sangue da perdere" riabilita. Quello di un club che ha fatto un anno di Erasmus, senza darsi la possibilità di mettere radici in un posto diverso da quello di origine. Non il massimo per una tifoseria che è già in subbuglio. Per l'amor del cielo, le cadute sono diverse, su questo ha ragione il Ds, ma cadere in piedi o rovinosamente... beh, sempre di caduta si parla, poco importa se in B avremo una squadra che lotta per vincere nuovamente e conquistare la A un'altra volta... la categoria è di passaggio, no?Non voglio credere che Fabiani non si sia accorto, dall'alto della sua grande esperienza, il peso di quello che ha detto: ho forse travisato io, eccedendo in sfiducia? Può darsi, ma le parole sono interpretabili, e a ognuno arrivano in un dato modo. A me è parso il palesare una condanna già firmata: mettere in preventivo un campionato di sofferenza è un discorso, mettere in preventivo una retrocessione un altro. Dirlo apertamente... un altro discorso ancora, che crea alibi per l'immediato futuro. Proprio quello che non serviva.

A cura di Claudia Marrone, redattrice di Tuttomercatoweb

Sezione: Editoriale / Data: Mer 08 dicembre 2021 alle 00:00
Autore: Lorenzo Portanova
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