Salernitana work in progress. A poco più di venti giorni dall'inizio della stagione, la Salernitana è ancora un cantiere aperto. Ufficializzati Valencia e Sambia, la Salernitana resta ancora scoperta in vari ruoli, con il caso Mazzocchi sempre acceso. Se per il pacchetto arretrato i problemi sono solo numerici, con Sepe titolare e la scelta di un secondo, tra Fiorillo o un nuovo vice-Sepe, e con una difesa già fatta grazie all'innesto di Lovato che con Radovanovic e Fazio andrebbe a comporre il terzetto titolare, in attesa dell'ufficialità di Pirola, restano vivi i problemi dalla cintola in su. Problemi sia numerici che qualitativi. L'assenza di Ederson pesa come un macigno, ancora non rimpiazzato e con evidenti difficoltà di sostituzione: il prescelto, Thorsby, ha prefertio la Bundesliga ed in Italia c'è poco altro che potrebbe fare al caso della Salernitana. Bastoni, Djuricic o guardare all'estero, ancora, con il pezzo pregiato di Yazici. Poche le alternative per aumentare il tasso tecnico e qualitativo di un centrocampo che vede al momento i due Coulibaly, Bohinen e niente più.Più si va sull'esterno e più aumentano le incertezze: Bradaric e Sambia dovrebbero essere i titolari, con Mazzocchi sempre più vicino al mondo Berlusconi. Mancano le alternative, i vice-quinti che tanto servono a Nicola. I due acquisti potrebbero rivelarsi un crack, ma potrebbero anche rivelarsi un flop e quindi è necessario garantire innesti che conoscano la realtà del campionato italiano. Arriviamo poi in attacco: la telenovela Bonazzoli sembra finire con un non lieto fine e quindi restano il "sempreverde Ribery", il rimandato Simy, il Lazzaro Kristoffersen, e le due scomesse Botheim e Valencia. Anche per loro due lo stesso discorso fatto pocanzi per gli esterni: crack o flop? La storia insegna che Mikael e Mousset sono stati un flop, mentre Bohinen e Ederson un crack. Ed allora se la matematica non è un opinione, due su quattro potrebbero non essere all'altezza dei granata di Nicola e del campionato di Serie A.

Ed allora cosa fare? Sicuramente inserire 4-5 pedine ancora che conoscano il campionato di Serie A, che possano garantire un tasso di esperienza e prontezza per una stagione che inizierà prima del solito, in un torrido pre-ferragosto. Il nome di Piatek non entusiasma ma sicuramente è un centravanti che, messo nelle giuste condizioni di gioco, potrebbe garantire quella mole di gol messi a segno dal duo Bonazzoli-Djuric la scorsa stagione, sperando appunto nell'esplosione del cileno o del norvegese. Stessa cosa per Djuricic: la tentazione per il turco Yazici è più forte, è vero, ma Philipp è un usato garantito che, problemi fisici a parte, potrebbe fare la differenza in una mediana fatta di muscoli e polmoni. Nicola è uscito allo scoperto e li ha chiesti ad alta voce: il tecnico sa che non può fallire l'unica chance di dimostrare di non essere solo un motivatore chiamato a salvare le navi alla deriva, come da 4 anni a questa parte, ma un tecnico con il quale e sul quale costruire un progetto di medio-lungo periodo. 

Ed allora tutto è nelle mani di De Sanctis, almeno sulla carta: non è Sabatini, e lo abbiamo capito, e non è neanche Galliani, ed anche questo lo abbiamo capito. E' un analitico, un uomo d'ordine e uomo d'azienda, diviso tra le cessioni, che per fortuna stanno arrivando, per sfoltire la rosa e il puntellamento di un'ossatura di base che ad oggi è ancora assente. Ora basta tergiversare: è il momento di dare una scossa e accelerare. Il debutto con la Roma è dietro l'angolo, ed intanto Nicola continua ad affidarsi a Kristoffersen...

Sezione: Editoriale / Data: Gio 21 luglio 2022 alle 00:00
Autore: Roberto Sarrocco
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