Un punto in quattro partite, squadra che non tira mai in porta e che sta subendo mediamente due gol a partita. Gioco latitante, formazione sbagliata, cambi tardivi, schema monotematico e scarso mordente. Chi ha visto la partita è perfettamente consapevole che, senza Ochoa, staremmo commentando una sconfitta nettissima e che il gol di Bonazzoli non cambia i giudizi: fatta eccezione per i primi 10 minuti, in cui comunque Leao ha sbagliato un gol fatto, è stata ancora una volta una Salernitana deludente. E Nicola, in conferenza stampa, ha continuato a parlare di soddisfazione, crescita, qualità, bel gioco. Ma dove sarebbe questo bel gioco? E' comprensibile che un allenatore difenda pubblicamente il suo lavoro, ci mancherebbe, ma un mea culpa ogni tanto farebbe onore all'allenatore. Spiegasse, ad esempio, come si può pensare di arginare Leao schierando due difensori lenti come Radovanovic e Fazio oppure come si può schierare Lovato - ad oggi in grossa difficoltà e non pronto - sul centro-destra sapendo che c'è già un Sambia che fa fatica a coprire. Il Milan, da quelle parti, è andato a nozze e poteva chiudere il primo tempo già sul triplo vantaggio col minimo sforzo. Vogliamo parlare, poi, della posizione degli attaccanti? Piatek e Dia, a tratti, erano costretti ad abbassarsi nella propria metà campo a caccia di palloni giocabili e quando hai due bocche di fuoco di questo livello devi tenerle il più possibile nell'area di rigore avversaria. Se poi a Nicola (che a Firenze, nel secondo tempo, si era divertito) sta bene fare un tiro in porta in 95 minuti è un altro discorso.

E' vero, il Milan è il Milan ma è la stessa squadra che ha pareggiato 0-0 a Cremona e che ha battuto Verona e Spezia in zona Cesarini e con tanta, ma tanta sofferenza. Oggi, al 15', era già "0-2 e tutti a casa". Nessun dramma, lo ribadiamo, ma ora è necessario che il presidente esca allo scoperto chiarendo tutto quello che c'è da chiarire a tutela, soprattutto, degli investimenti fatti e del buon lavoro svolto nel suo primo anno. Perchè di voci - spesso fantasiose, sempre dalla stessa campana stonata - ne circolano troppe e l'ambiente cade nella trappola dei bugiardi che strumentalizzano i momenti negativi sguazzando nel mare delle polemiche sterili e delle invenzioni. A questa Salernitana servono, comunque, un valido difensore centrale, un duttile esterno (e Tripaldelli ci sembra un profilo davvero interessante e da non sottovalutare), un centrocampista esperto oltre Nicolussi Caviglia e un fantasista che salti l'uomo. Tutto sommato l'attacco può anche restare così, specialmente se - come pare - salterà il trasferimento di Bonazzoli alla Cremonese. Ora testa al Torino, in uno stadio che sarà vuoto rispetto a quanto visto oggi ma che dovrà dare una grossa mano. Il pubblico può e deve fare la differenza, tutti devono capire che è suonato un campanello d'allarme ma che la Salernitana resta artefice del proprio destino. Battere i granata del Nord, vendicando sportivamente anche la sconfitta immeritata di qualche mese fa, sarebbe puro ossigeno. Viceversa, con quel calendario, ci sarebbe davvero da guardarsi alle spalle.

Sezione: Editoriale / Data: Gio 05 gennaio 2023 alle 00:00
Autore: Luca Esposito / Twitter: @lucesp75
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