Quattordici gol subiti in sette gare, due a partita, e 31 conclusioni in porta incassate, quasi cinque ogni novanta minuti. Questi i numeri difensivi da incubo della Salernitana, che contro l'Inter cola a picco dopo una buona ora di gioco, subendo un clamoroso poker di Lautaro. 

Questo, in estrema sintesi, il film della partita di sabato sera all'Arechi, dove i granata hanno provato stoicamente a resistere alla prima della classe, riuscendoci per buoni tratti del match, ma dovendosi poi arrendere nel finale. Dei quattro gol di Martinez, le cui qualità non si discutono e resta un giocatore in grado di spostare gli equilibri, ha però sorpreso l'estrema semplicità con cui l'argentino ha potuto concludere a rete. Bocciato quasi per intero il pacchetto arretrato, rimasto pressoché invariato rispetto allo scorso anno, quando è stata capace di incassare ben 62 gol che ne hanno fatto la terza difesa più perforata della passata stagione. Incredibile, stando già solo a questi freddi numeri, che non si sia fatto niente, in estate, per ritoccare un reparto chiaramente in difficoltà. Ma quando si parla di difesa, si intende pur sempre la fase difensiva, che coinvolge l'intera squadra. L'assenza a centrocampo di Lassana Coulibaly pesa come un macigno e mancano elementi in grado di fornire il necessario filtro. Così è un gioco al massacro e urge trovare la quadra quanto prima. Another brick in the wall, cantavano i Pink Floyd citati nella stupenda coreografia dei tifosi granata, ma qui di mattoni de ne vedono pochi e di buchi fin troppi, in un muro che ha dimostrato più volte la sua cedevolezza

Tornando, però, alle note positive, la Salernitana sembra aver per lo meno ritrovato l'orgoglio e la voglia di lottare. L'approccio alla gara è stato giusto, così come l'intensità agonistica della prima ora di gioco, elementi da cui occorre ripartire. Realisticamente parlando, non è l'Inter la squadra con cui dover fare punti salvezza, per cui la sconfitta dell'Arechi, per quanto grande nelle dimensioni, cambia poco o nulla in casa granata. Certo, un risultato positivo al cospetto dei nerazzurri sarebbe stato una manna dal cielo dal punto di vista psicologico, per una squadra al momento priva di serenità, prima ancora che di uomini di qualità. Di fronte a risultati così modesti, è giusto che tutti siano in discussione, dal primo della società all'ultimo dei magazzinieri, ma questo non è il momento di criticare, bensì di stare accanto alla squadra. Che la rosa a disposizione di Sousa non fosse delle più attrezzate era parso chiaro subito a fine mercato, nonostante qualche comprensibile moto d'ottimismo, così come era parso chiaro fin da subito, fin dalle parole del tecnico portoghese, che quest'anno ci sarebbe stato da sudare. Probabilmente un simile avvio ha sorpreso anche i più pessimisti, ma chi si attendeva una stagione semplice aveva fatto male i conti.

Ci sarà da lottare, tutti insieme, minuto per minuto, centimetro per centimetro. Da questo punto di vista, non è cambiato nulla. Procrastinare, però, ulteriormente l'appuntamento col primo successo stagionale può generare una vera e propria ansia da prestazione che, in questo momento, è assolutamente deleteria. Ad attendere la Salernitana prima della sosta ci sarà il Monza bestia nera, contro cui è ammesso un solo risultato. 

Sezione: Editoriale / Data: Lun 02 ottobre 2023 alle 00:00
Autore: Valerio Vicinanza
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