Nel panorama calcistico salernitano ci sono tanti dirigenti che hanno fatto la differenza nelle categorie inferiori in contesti difficilissimi e che oggi, obiettivamente, meriterebbero una chance importante. A Pagani la storia recente l'ha scritta il direttore generale Cocchino D'Eboli, il classico professionista da "poche chiacchiere e tanti fatti" che ha collaborato anche con la Salernitana nei primi anni di serie B in virtù di un rapporto splendido con il collega Angelo Fabiani. Un possibile ritorno in granata in veste ufficiale dopo una squalifica ingiusta? Non è affatto da escludere, sebbene siano già pervenute altre 2-3 richieste allettanti che sta valutando con serenità. Ai microfoni di TuttoSalernitana, D'Eboli ha detto quanto segue: "Sono stato tantissimi anni a Pagani, abbiamo vinto campionati e conquistato salvezze miracolose. Fui richiamato alla base dopo una parentesi altrove, accettai in nome del rapporto di stima che mi lega ad una piazza che mi vuole ancora molto bene. Vincemmo ancora e mantenemmo la categoria. In altre circostanze mi sono allontanato per problemi extracalcistici, ma adesso sono pronto a rimettermi in carreggiata". I fatti si riferiscono all'inchiesta Dirty Soccer, quando fu accusato di aver commesso alcuni illeciti in occasione della partita tra Paganese e Martina. Sfida, tra l'altro, persa dagli azzurrostellati. "Accuse infondate" ha ribadito più volte. 

Ora, però, c'è soltanto la voglia di ricominciare. E se l'occasione la desse la Salernitana? "Tutti conoscete gli ottimi rapporti che ho con Fabiani, è come un fratello per me. Spesso prende critiche ingiuste, ci mette la faccia e funge da parafulmine ma ha capacità organizzative non indifferenti. Tutti possiamo commettere degli errori, solo chi non opera non sbaglia. Ma credo che ha fatto delle cose importanti a Salerno, non ha certo bisogno dei miei consigli e sarebbe soltanto un onore lavorare con lui. Vedremo cosa accadrà nelle prossime settimane, mi sono arrivate un paio di proposte che voglio valutare con attenzione. Ripartire è fondamentale per me, ma la smania di ricominciare non deve indirumi ad errare. Cerco un progetto serio, ambizioso, portato avanti da presidenti con risorse ed idee e non affidato ad avventurieri di cui purtroppo il mondo del calcio è pieno".

Infine un retroscena: "Nell'anno 2015 sono stato un collaboratore della Salernitana. Ero a Milano quando presi Massimo Coda. Incontrai l'agente in albergo, strategicamente feci capire che stavamo trattando altri attaccanti. Sono i classici giochi di mercato in cui ognuno tira acqua al proprio mulino. Dopo pochi minuti chiamai Fabiani e gli dissi di chiudere immediatamente per Massimo. So che andrà via da Benevento: per l'uomo e per il calciatore che è mi farebbe veramente piacere se tornasse a Salerno. E' legato alla piazza e ha dimostrato il suo valore. Anche su Donnarumma ci ho messo lo zampino. Parlai con il suo procuratore, Martone, e il Teramo era stato da poco estromesso dal campionato. Esortai Fabiani a chiudere quest'altro colpo per consegnare al tecnico una coppia di grandissimo livello. Tempo 24 ore e arrivò l'ufficialità. Ho un solo rimpianto: la scelta del modulo. Gli allenatori che si sono avvicendati a Salerno erano bravi, ma Donnarumma non poteva fare la punta esterna nel 4-3-3". 

Sezione: Esclusive TS / Data: Gio 04 giugno 2020 alle 23:00
Autore: Gaetano Ferraiuolo
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