Tra i pochissimi calciatori che ieri ha onorato la maglia fino alla fine, Emanuele Cicerelli ha lasciato il campo in lacrime. Consolato da quei compagni di squadra che dovrebbero prendere esempio. Non conta di chi sia il cartellino se hai la testa del grande professionista: pur essendo, legalmente, un tesserato della Lazio, l'ex Paganese ha gettato il cuore oltre l'ostacolo dando il massimo fino alla fine come, del resto, accaduto sin dal primo allenamento fatto con la Salernitana. In attesa che venga ufficializzato il rinnovo del prestito (dovrebbe essere solo una formalità), Cicerelli si godrà un po' di vacanza con il rammarico, chissà, di non aver giocato nel suo ruolo naturale. Dopo l'infortunio di Lombardi, il miglior esterno della categoria, era necessario gestire con intelligenza ed oculatezza l'altro giocatore di talento della rosa, soprattutto perchè reduce da infortuni muscolari a ripetizione. Invece Ventura, in sette giorni, gli ha fatto fare tre volte il terzino destro costringendolo a macinare decine e decine di chilometri sulla fascia, per di più a cospetto di gente come Di Gaudio con grande esperienza. Incomprensibile, davvero. E se spesso i cross dal fondo finivano in curva è proprio per mancanza di lucidità e di forza nelle gambe, come quando ieri ha provato a saltare quattro uomini con la solita finta a rientrare ma è stramazzato al suolo esausto favorendo indirettamente il contropiede dell'1-2. Un esterno d'attacco forte arretrato terzino nelle gare decisive. Anche questo è oggetto d'analisi in società.

Sezione: News / Data: Sab 01 agosto 2020 alle 19:00
Autore: Gaetano Ferraiuolo
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