Non serve dominare per vincere: serve personalità. E la Salernitana, oggi, ne ha da vendere. A Monopoli, su un terreno che sembrava un campo di patate più che da calcio professionistico, i granata hanno fatto il minimo indispensabile. Ma è bastato. Segno di forza, non di fortuna.  Il gol? Un capolavoro da moviola lenta: Galo Capomaggio che danza sul campo impraticabile, salta avversari come birilli e mette a sedere mezza difesa prima di piazzarla dentro con la calma di chi sa di valere molto più della categoria in cui gioca. Un colpo da leader tecnico, ma anche da uomo squadra: perché dietro quel gesto c’è compattezza, fiducia, un’identità che si vede e si sente.

 Questa Salernitana è solida, sa soffrire, non si disunisce mai. Vince sporco, vince corto, ma vince sempre. E non è un caso. È il frutto del lavoro di Giuseppe Raffaele, che ha costruito, con Daniele Faggiano, una macchina equilibrata, mentalmente forte, umile e affamata. Un gruppo vero, in cui nessuno fa il fenomeno e tutti remano nella stessa direzione.  C’è chi si lamenta perché non “gioca sempre bene” o “non chiude le partite” o “soffre troppo”. Ma la classifica non assegna punti per l’estetica.

E se con sette vittorie su nove resti in testa, con 22 punti e una proiezione da promozione diretta, vuol dire che hai trovato la formula giusta: testa fredda, cuore caldo e piedi ben piantati – anche sui campi impraticabili come quello di Monopoli.  Domenica a Catania sarà battaglia vera. Ma questa Salernitana, adesso, dà l’impressione di sapere sempre cosa vuole. E, soprattutto, come prenderselo.

Sezione: News / Data: Lun 13 ottobre 2025 alle 20:30 / Fonte: liratv
Autore: Gaetano Ferraiuolo
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