Eccoci qua, cari amici granata, reduci da una trasferta pugliese più combattuta di una lite condominiale per la caldaia rotta a dicembre. Sette vittorie su nove partite, primo posto solitario, e la sensazione che quest'anno potremmo anche vincere qualcosa senza dover invocare San Matteo ogni cinque minuti come fossimo tutti cardiologi in pensione.
Ma attenzione, questa non è stata la solita passeggiata domenicale sul lungomare di Salerno con gelato e popcorn. No, signori miei. Questa è stata una di quelle partite "sporche" che ti fanno venire i capelli bianchi più velocemente di quando scopri che tua suocera ha le chiavi di casa tua. Il Monopoli si è difeso come un barricato al centro dell'impiego, e noi abbiamo vinto grazie a un gioiello di Capomaggio e alla solita sofferenza che ci accompagna come il caffè dopo pranzo.
DONNARUMMA 6,5 - Ha lavorato meno di un dipendente pubblico il venerdì pomeriggio d'estate con l'aria condizionata rotta
Per 75 minuti si è goduto lo spettacolo con la tranquillità di chi guarda Beautiful alle tre del pomeriggio in pensione. Poi, nella ripresa, quando il Monopoli ha deciso di svegliarsi dal letargo come un orso a marzo, lui si è trasformato nel portiere che conosciamo: uscite perfette, sicurezza trasmessa alla difesa, e soprattutto quel miracolo finale su Imputato che meritava l'applauso scena. Il tiro era partito con la violenza di un marito tradito che scopre i messaggi sul cellulare della moglie, ma don Antonio l'ha respinto come un buttafuori respinge i minorenni davanti alla discoteca. Terzo clean sheet stagionale: a Salerno è più raro di un parcheggio libero davanti alla stazione o di un politico che mantiene le promesse elettorali.
GOLEMIC 6,5 - Finalmente si è svegliato dal coma calcistico
Il colosso serbo ha finalmente fatto una partita da difensore vero e non da turista in gita scolastica. Certo, aiuta quando gli avversari hanno la pericolosità offensiva di un vegano in una rosticceria, ma prendiamo quello che passa il convento. Per 100 minuti ha giganteggiato nell'area piccola con la stessa autorità di un nonno che difende l'ultimo pezzo di casatiello a Pasquetta. L'anticipo su Turelli è stato perfetto, da manuale, da mostrare nelle scuole calcio subito dopo aver spiegato cos'è un pallone. Se continua così, potremmo anche smettere di bestemmiare ogni volta che lo vediamo in formazione.
ANASTASIO 6,5 - Il giallo lo prende come un avviso di garanzia, ma non si scompone
Il giallo ingiusto a metà primo tempo poteva mandarlo in crisi esistenziale come uno studente che scopre di aver studiato il capitolo sbagliato la sera prima dell'esame. E invece no, Anastasio cresce col passare dei minuti come il lievito nella pizza napoletana, si fa rispettare da braccetto con interventi più puntuali di un orologio svizzero e più precisi di un commercialista alla vigilia della scadenza fiscale. Difende con la determinazione di chi protegge l'ultimo babà in casa quando arrivano gli ospiti inattesi.
COPPOLARO 6 - Bello non è, ma fa il suo sporco lavoro
Quando deve giocare il pallone dalle retrovie sembra un elefante in una cristalleria dopo tre bicchieri di grappa. La tecnica ai piedi è quella di chi calcia il pallone sperando che vada verso un compagno più per fortuna che per maestria. Ma il suo compito è difendere, e oggi lo fa con la dedizione di un cane da guardia davanti al cancello. Non sarà Beckenbauer, ma nemmeno doveva esserlo: doveva solo non combinare disastri, e missione compiuta. Come diceva mio nonno: "Non tutti nasciamo per fare i poeti, qualcuno deve pur svuotare i cassonetti".
UBANI 6 - Corre come un forsennato, crossa come un ubriaco
Se affinasse la tecnica del cross sarebbe un giocatore discreto, invece sembra uno che lancia bottiglie vuote nel cassonetto da dieci metri di distanza: arriva sul fondo con i tempi giusti, con la grinta giusta, e poi spreca malamente come un divorziato al primo appuntamento dopo cinque anni. Due o tre volte ha avuto l'occasione di mettere palloni interessanti in mezzo, e invece ha servito solo aria fritta, vento caldo e illusioni. Però in fase difensiva sta crescendo, e già questo è più di quello che ci aspettavamo dopo le prime uscite. Passi avanti, come un bambino che smette finalmente di cagare nel pannolino.
VILLA 6 - Interrompe la striscia di assist, ma fa l'operaio
La serie record di assist consecutivi si interrompe, e qualcuno avrà anche pianto come quando finisce la tua serie preferita su Netflix. Ma oggi la partita richiedeva altro: spirito di sacrificio, battaglia, sudore, e magari anche qualche bestemmia sussurrata. Villa si cala perfettamente nel ruolo dell'operaio che si rimbocca le maniche, corre, pressa, difende, e non fa il fenomeno. A volte serve anche questo, non sempre si può essere Maradona. Anzi, quasi mai.
CAPOMAGGIO 7 - Il gol è poesia, il resto è sostanza
Madonna mia che gol! Roba che raramente si vede a questi livelli, roba da mandare in loop sui social per farla vedere ai nipoti. Due avversari messi a sedere come fossero bambini delle elementari, pallone all'angolino con una precisione chirurgica che nemmeno un neurochirurgo svizzero. È un gol che vale una vittoria, tre punti, e probabilmente anche la cena pagata da Raffaele. Poco dopo conduce una ripartenza con maestria, ma Inglese fallisce l'aggancio perché evidentemente non aveva capito che stava per diventare protagonista di un'azione da highlights. Nella ripresa si abbassa molto, protegge il terzetto difensivo con l'abilità di un buttafuori esperto, e dimostra che oltre alla classe ha anche il cervello. Rarissimo nel calcio italiano, più unico che raro come un tifoso della Juve simpatico.
TASCONE 6 - Sacrificio e dedizione, il vero amore granata
Questo ragazzo ha saltato parte del ritiro con il Cerignola pur di venire a Salerno. È come uno che molla la fidanzata storica per inseguire il grande amore: o sei pazzo o sei innamorato davvero. Tascone palesa una crescita di condizione fisica, si fa vedere con continuità, è preziosissimo in impostazione, e finalmente si capisce perché Raffaele lo considera un fedelissimo. Non sarà Pirlo, ma in questa categoria fa il suo e pure bene. Come il vicino di casa che ti aiuta sempre quando devi spostare il divano: non sarà il tuo migliore amico, ma ti serve eccome.
FERRARIS 6 - Sacrificato sulla trequarti come un agnello pasquale
Viene nuovamente piazzato sulla trequarti, ruolo che gli sta come un vestito due taglie più piccolo dopo le feste natalizie. Per mezz'ora crea superiorità numerica con giocate di qualità, poi col passare dei minuti perde lucidità e cala come lo smartphone dopo una giornata di TikTok e videochiamate. Ma il vero problema è che Ferraris è l'attaccante più forte ed eclettico della Salernitana, e farlo giocare lontano dall'area è come comprare una Ferrari e usarla per andare a fare la spesa al discount. Nel primo tempo subisce 5 brutti falli in mezz'ora senza che l'arbitro tiri fuori neanche un cartellino giallo, come se fosse invisibile o come se l'arbitro fosse troppo impegnato a pensare a cosa mangiare a pranzo. Raffaele, con tutto il rispetto, ma così non va bene. Ferraris va messo vicino alla porta, non a fare il centrocampista aggiunto.
FERRARI 6 - Il tuttoffare che fa tutto ma non conclude niente
Quando esce lui la squadra si abbassa più velocemente del mio umore quando scopro che domani è lunedì. Vicino al gol in avvio, si distingue per un paio di interventi risolutivi in area di rigore sulle palle inattive, dimostrando che sa difendere quanto attaccare. Una specie di coltellino svizzero calcistico, utile in mille situazioni ma mai decisivo in nessuna. Le sue caratteristiche agevolano Inglese e consentono di giocare come vuole Raffaele, quindi ben venga il sacrificio. Ma a volte, solo a volte, vorremmo vederlo più vicino al gol che alla nostra area.
INGLESE 6 - Si divora due gol, per fortuna era fuorigioco
Roberto si mangia due gol con la disinvoltura di chi butta la pizza avanzata nella spazzatura senza rimorsi. Per sua fortuna era fuorigioco, altrimenti avremmo dovuto aprire un dibattito nazionale sulla fame di gol. Stesso discorso quando spacca la traversa con un'autentica magia: bello sì, ma la palla deve entrare, non fare acrobazie aeree. Da vero capitano lotta a tutto campo, corre, pressa, si sacrifica, anche se nei secondi 45 minuti cala come un ottantenne dopo pranzo. Va detto che oggi i cross scarseggiano come l'acqua nel deserto, quindi un po' di attenuanti le ha. Ma Robertino, la prossima volta mettila dentro, che sennò ci viene l'esaurimento nervoso.
QUIRINI 5,5 - Ancora una volta l'impatto è quello di un petardo bagnato
Entra e l'impatto è quello di chi arriva a una festa quando stanno già lavando i piatti. Non particolarmente convincente, come un politico in campagna elettorale quando promette di abbassare le tasse. Si muove, corre, ma non incide. È come andare al ristorante e ordinare un piatto che sulla foto sembrava fantastico e invece arriva una porzione da dieta vegana ospedaliera. Ci aspettiamo di più, molto di più, soprattutto considerando che gli viene data fiducia.
ACHIK 6 - Fa il suo e reclama il rigore che c'era
Entra, corre come un forsennato al servizio dei compagni, si incunea bene e si guadagna quello che sembrava un rigore netto. Ma l'arbitro Di Cicco, evidentemente troppo impegnato a capire in che regione si trovasse, non lo ravvisa. Nel finale si divora pure lo 0-2, sparando alto un pallone che anche mia nonna novantenne avrebbe messo dentro. Ma l'impegno c'è, la voglia c'è, e questo già basta per dargli la sufficienza. Nella vita come nel calcio, l'importante è provarci, anche se poi spari in curva.
RAFFAELE 6,5 - Tattico discutibile, ma i risultati parlano
Sette vittorie su nove, primo posto in classifica, e finalmente una squadra che vince anche le partite sporche. Questi sono i fatti, e i fatti sono testardi come le zie napoletane quando devono darti consigli non richiesti. Ma il nuovo ruolo assegnato a Ferraris proprio non convince, è come mettere Pavarotti a cantare il rap: tecnicamente è possibile, ma perché mai dovresti farlo? Ferraris è l'attaccante più forte ed eclettico della Salernitana, farlo giocare lontano dall'area lo espone a un vero martirio: è come vedere picchiare tuo figlio al parco giochi e l'arbitro che sta a guardare i piccioni. Pino così non va bene. Sistemata questa cosa, e con questa fame di vittorie, possiamo puntare dritti alla Serie B.
TIFOSI DELLA SALERNITANA 10
Voi che soffrite, bestemmiate, invecchiate di dieci anni a partita ma continuate a seguire questa squadra. Voi che avete più fede di un pellegrino a Lourdes e più pazienza di un santo. Voi che dopo due anni di sofferenze calcistiche paragonabili a un ciclo infinito di colonscopia senza anestesia, continuate a crederci. Voi meritate un monumento, una statua, e come minimo l'esenzione dal pagamento del biglietto per i prossimi vent'anni. E allora avanti così, fino alla fine.
Forza Salerno, forza Bersagliera, e che San Matteo ci protegga tutti dalle sofferenze inutili. Che tanto quelle necessarie ce le becchiamo lo stesso.
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