E’ nel momento in cui ti trovi davanti a un girone C così incasinato che ti viene voglia di chiedere aiuto. E così ho fatto: ho interrogato Perplexity, l'intelligenza artificiale che in grado di spulciare una infinità di dati per fornirti informazioni utili come il pane per un affamato.

La domanda era semplice: chi vincerà questo maledetto girone e salirà direttamente in Serie B? Perché diciamocelo, i playoff sono una roulette russa dove pure la favorita può ritrovarsi eliminata da una neopromossa con solo tre tifosi al seguito.

Il verdetto dell'algoritmo

L'AI non ha avuto dubbi: Salernitana. E sì, lo so cosa state pensando: "Ma guarda, un salernitano che fa dire alla sua intelligenza artificiale che vince la Salernitana". Ma aspettate, perché i numeri sono numeri, anche quando te li spara un chatbot.

Diciannove punti in otto giornate, prima in classifica con una media da primo posto che non ammette discussioni. Il fattore Arechi fa il resto: quando il pubblico granata si scalda, anche le partite che sembrano destinate al pari finiscono 1-0. Come quella contro il Siracusa, vinta con un gol che probabilmente ricorderemo fino a Natale.

Le rivali: un poker di pretendenti che non mollano

Ma il Benevento non sta a guardare. Sedici punti e una difesa che ha preso solo sei gol: sono numeri da grande squadra. Il colpaccio a Crotone (1-2) è stato il biglietto da visita perfetto per chi vuole dire "Ehi, ci siamo anche noi".

Il Catania è l'altra mina vagante del gruppo. Quindici punti, cinque gol subiti e quel 6-0 al Foggia che fa ancora parlare i bar dello Stretto. Quando gli etnei ingranano, fanno paura. Il problema è che in trasferta ogni tanto si dimenticano di essere il Catania e giocano come se fossero in gita scolastica.

E poi ci sono le sorprese: Cosenza e Crotone, entrambe a quota 15, che non mollano di un centimetro. Il Cosenza, neoretrocesso, si è adattato alla categoria come se fosse sempre stato lì. Quindici gol fatti, otto subiti: una macchina ben oliata che fa quello che deve fare, senza troppi fronzoli.

Il Crotone ha tutto per stare lassù, ma quella sconfitta in casa col Benevento brucia ancora. In Serie C i dettagli contano, e perdere gli scontri diretti significa regalare punti a chi ti sta davanti.

Menzione d'onore per il Casarano, neopromossa con sedici gol all'attivo e la voglia di chi non ha niente da perdere. Sarà pure l'ultima ruota del carro tra le big, ma quando giocano fanno sudare anche i più forti.

Il mercato di gennaio: la Salernitana dovrà mettere mano al portafoglio

Qui l'AI si è trasformata in un vero direttore sportivo da tastiera. Secondo Perplexity, la Salernitana deve intervenire su tre fronti: difesa (dieci gol subiti sono troppi), una mezzala e un vice-attaccante che non sia solo di scorta.

Il profilo ideale? Un centrale mancino alto almeno 185 centimetri (personalmente penso ne servano almeno due, più veloci e reattivi di quelli attuali), una mezzala che sappia fare il passaggio verticale senza finire in tribuna, e una punta fisica ma mobile. Insomma, servono giocatori veri, non parametri zero presi giusto per fare numero.

Le opzioni? Prestiti dalle serie maggiori o qualche colpo dalla concorrenza del girone. Certo, tutto bellissimo sulla carta. Poi arriva gennaio e ti ritrovi il solito ritornello, il budget è quello che è, e ti arriva un difensore di 34 anni che "ha ancora tanto da dare".

La proiezione finale

L'intelligenza artificiale dice Salernitana, i numeri dicono Salernitana, la logica dice Salernitana. Ma siamo nel girone C della Serie C, dove la logica va in vacanza e torna a maggio.

Trentotto giornate sono tante, tantissime. Il calendario è un tritacarne, le trasferte in Sicilia non te le regala nessuno, e ogni domenica c'è una provinciale che sogna di farti lo sgambetto. Il vantaggio c'è, la continuità pure, ma servono nervi d'acciaio e una rosa che regga fino a maggio.

Il Benevento è lì, a tre punti. Il Catania può esplodere da un momento all'altro. Il Cosenza e il Crotone non hanno intenzione di fare da comparse. E il Casarano, beh, il Casarano ogni tanto decide di rovinare i piani ai grandi.

Quindi sì, la Salernitana è la favorita. Ma in Serie C favorita significa poco: ti basta un arbitro svegliato male (e ne abbiamo avuto una eloquente anticipazione con Tona Mbei), un portiere in stato di grazia avversario, o tre trasferte consecutive nel profondo Sud per vedere tutto ribaltato in due settimane.

Una cosa però è certa: se la Salernitana vincerà questo campionato, non sarà merito di Perplexity o dei suoi algoritmi. Sarà merito di chi ogni domenica riempie l'Arechi, di chi suda su quel campo, e di chi ha la pazienza – e lo stomaco – di sopportare trentotto giornate di Serie C senza finire dallo psicologo.

Perché alla fine dei conti, l'intelligenza artificiale può pure azzeccare tutti i pronostici del mondo (e noi incrociamo le dita), ma non può esultare al novantesimo, non può maledire un rigore sbagliato, e soprattutto non può capire cosa significhi veramente vincere in questo girone del diavolo.

Sezione: Editoriale / Data: Dom 12 ottobre 2025 alle 00:00
Autore: Giovanni Santaniello
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